Monza e Brianza in 115 dipinti

Monza e Brianza in 115 dipinti

Monza – C’è la celebre veduta della contrada nuova in Monza dipinta da Angelo Inganni nel 1850 e la "Guardiana delle oche" di Spreafico, gli scorci del parco di Monza di Emilio Borsa e le marine di Pompeo Mariani, la campagna di San Giminiano ritratta da Pina Sacconaghi, ma anche i pini marittimi di Guido Cinotti per la prima volta esposti in pubblico.
E’ un viaggio sul tema del paesaggio è quello che offre la mostra "Orizzonti.Paesaggi dalla collezioni civiche monzesi" che si inaugura oggi, venerdì, alle 18, al Serrone di Villa Reale.
Centoquindici le opere in mostra , alcune notissime, altre che vengono esposte per la prima volta o a distanza di venti o trent’anni .
La mostra fa parte del progetto ?Gemme di Monza?, iniziato lo scorso anno con il tema del ritratto con l’obiettivo,di anno in anno, di portare alla luce alcune delle 20 mila opere che costituiscono le raccolte civiche della città da venticinque anni chiuse nel depositid ella Villa Reale.
A cura di Graziano Alfredo Vergani, "Orizzonti" raccoglie 115 dipinti dal XVII al XX secolo . E’ articolata in nuclei tematici e suddivisa in sette sezioni per offrire un approfondimento di temi,momenti e situazioni che hanno caratterizzato le vicende pittoriche del tema del paesaggio.
Dopo la fioritura dell?età ellenistica e romana e la quasi totale scomparsa nel Medioevo,il paesaggio torna a fare la sua comparsa nel Trecento,ma è all’inizio del XVII secolo che la pittura di paesaggio viene riconosciuta come "genere" dalle Accademie.
"Su questa storia ,sulla varietà dei suoi percorsi e orizzonti – spiega Vergani – intende indagare la mostra che raccoglie materiale di notevole qualità,ma evidentemente non omogeneo né esaustivo,data l’origine delle raccolte civiche frutto non di campagne d’acquisto,ma di donazioni".
Il percorso espositivo si articola in sette sezioni: nella prima si indagano gli aspetti della pittura di paesaggio tra il XVII e il XX secolo, nella seconda sezione si indagano i decenni compresi tra Ottocento e Novecento ,riassunti nell?opera di Pompeo Mariani qui presente con ben dieci opere tra il 1881 e il 1924.
Un altro nucleo omogeneo è quello della terza sezione in cui si mette per la prima volta in luce l’opera di Guido Cinotti, pittore divisionista ,passato dopo il 1915 a modi espressionisti. Con lui si approda alla quarta sezione dedicata al XX secolo con le opere di Eugenio Bajoni, Donato Frisa, Guido Caprotti, Ezio Barni.
Le ultime tre sezioni infine si articolano come una sorta di percorso ideale dalla città di Monza ,attraverso il parco e la Villa Reale, verso la campagna circostante. Ecco allora la nota veduta monzese dell’Inganni, il Re de Sass di Ugo Galetti, il mercato di Bajoni e poi le vedute del Lambro di De Grada,il parco di Mariani e Borsa,Nivola e Riccardo Colombo,fino alla campagna lombarda fatta di gelsi e cascine ritratta da Bajoni che ormai è un paesaggio d?anima,uno spazio della memoria.
Rosella Redaelli