L’associazione Jam Factory di Seregno ospite del Rotary Sedeca

L'incontro ha permesso una presentazione dell'attività del sodalizio, presieduto da Antonella Gerbi, che ha una finalità culturale
Da sinistra, Antonella Gerbi, presidente di Jam Factory, Cinzia Soverchia e Silvia Coletti, presidente del Rotary Sedeca

Il meeting culturale del Rotary Sedeca (Seregno, Desio e Carate), di cui è presidente Silvia Coletti, ha avuto per argomento la presentazione dell’associazione culturale di Seregno Jam Factory. Un collettivo artistico presente sul territorio da diversi anni ed è in origine il nome che si sono dati un gruppo di giovani artiste: Antonella Gerbi, Daina Rutili, Cristina Carati e Silvia Fumagalli, che hanno collaborato e condiviso lo studio insieme dal 2003, mentre ancora frequentavano l’accademia di Belle Arti di Brera. «La situazione negli anni è cambiata -ha spiegato Antonella Gerbi, presidente-, fino a consolidarsi nelle persone di Giovanna Camera Maga, fotografa e scultrice, e Gigi Renga, che purtroppo ci ha lasciati, ma è ancora presente con le sue opere e con il lavoro organizzativo di sua moglie Elisabetta Urso, nel direttivo di Jam Factory».

Jam Factory: cosa fa l’associazione seregnese

L’associazione, senza scopo di lucro, intende contribuire allo sviluppo culturale e civile dei cittadini, alla diffusione della cultura attraverso l’organizzazione di eventi, laboratori, workshop e incontri, attraverso la collaborazione con enti pubblici, privati e associativi. Nel suo primo anno di vita ha realizzato esposizioni e laboratori per il centenario di Luca Crippa, con il patrocinio del comune di Seregno e dell’Accademia di Brera, una collaborazione con la Rete per la Legalità, un simposio di scultura a San Fermo della Battaglia, un’esposizione di arte contemporanea in galleria civica Mariani a Seregno. «Molti artisti hanno frequentato la sede negli anni -ha aggiunto Gerbi-, sempre aperta e utilizzata sia come studio per l’ideazione e la realizzazione di opere d’arte, che come luogo di incontro e scambio culturale, in cui si sono concretizzate molte idee partendo dalle specifiche attitudini dei singoli e sono state portate all’attenzione del pubblico».

Jam Factory: il perché della nuova associazione

Il collettivo artistico Jam Factory ha esposto insieme in diverse occasioni e luoghi, fra i quali il Salon di Brera, la galleria civica Mariani, il museo Vignoli di Seregno, la Torre delle Arti di Bellagio, il Palazzo Borromeo di Cesano Maderno e la Fiera di arte contemporanea Paratissima di Torino. Il filo conduttore degli artisti del gruppo è la continua sperimentazione e la ricerca sia estetica che concettuale, volta a manifestare la propria libertà di pensiero, favorendo in tal modo le scelte di democrazia, solidarietà e difesa delle libertà civili individuali e collettive. «L’esigenza di creare un’associazione, raggruppando e favorendo l’incontro delle diverse personalità -ha proseguito la presidente Gerbiè nata dall’idea che l’attività artistica deve essere continuamente nutrita e vive e prospera dove è possibile favorire l’incontro, lo scambio e la partecipazione, sia di chi già opera in campo artistico, che di chi intende avvicinare, sperimentare e accrescere il proprio patrimonio culturale e umano».