In occasione della trentesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il 21 marzo, a Cologno Monzese l’associazione Libera Casa contro le Mafie, in collaborazione con Libera e l’amministrazione comunale, ha permesso a oltre 350 studenti delle scuole medie cittadine, di incontrare la medese Roberta Giorgetti che ha condiviso con grande intensità il dolore vissuto dalla sua famiglia: per il rapimento e l’uccisione del fratello Paolo, nel 1978 a sedici anni, venne condannato per omicidio un boss mafioso.

Vittime di mafia: la storia di Paolo Giorgetti raccontata agli studenti, la creazione dell’ospedale in Benin
Ha raccontato anche come, travolti dalla disperazione e dalla rabbia, lei e i suoi cari abbiano deciso di lasciare l’Italia. Solo grazie all’aiuto di Fra’ Fiorenzo Priuli, dell’ordine dei Fatebenefratelli, la famiglia ha gradualmente ritrovato un senso nella propria esistenza, trasformando la sofferenza in qualcosa di costruttivo: la realizzazione di un reparto di pediatria dedicato a Paolo Giorgetti nell’ospedale di Tanguièta, in Benin. A sostegno di questa importante opera, l’associazione Amici di Tanguiéta.
Vittime di mafia: la storia di Paolo Giorgetti raccontata agli studenti, rapito e ucciso nel 1978
Con voce permeata dall’emozione, Giorgetti ha trasmesso ai giovani presenti un messaggio forte e profondamente etico: non cedere alla vendetta, che genera ulteriore dolore, ma rispondere con gesti orientati al bene.
La mattina del 9 novembre 1978, il sedicenne medese Paolo Giorgetti si era avviato come ogni mattina verso il Liceo Marie Curie a Meda. Appostati sul breve percorso erano in agguato personaggi già responsabili di sequestri a scopo di estorsione; Paolo venne immobilizzato e sequestrato. A distanza di due giorni, giunse la notizia del ritrovamento di un cadavere carbonizzato in un’auto ai margini del parco delle Groane: un moschettone portachiavi permise di identificare il corpo.