I lavoratori della Rollon di Vimercate hanno incrociato le braccia fuori dallo stabilimento per un paio d’ore martedì mattina 31 maggio per protestare contro il premio di produzione difficile da raggiungere per gli operai. La fabbrica multinazionale specializzata nella progettazione, produzione e vendita di guide lineari, guide telescopiche e attuatori, in Brianza oltre allo stabilimento di via Trieste a Vimercate, ha un altro impianto ad Arcore, mentre un terzo sta sorgendo ad Agrate Brianza in via Marconi, traversa della sp121.
Sciopero alla Rollon, battaglia di cifre
Una forza lavoro brianzola di 500 persone e i sindacati sono stupiti del fatto che nonostante i fatturati in crescita così come gli utili l’azienda non voglia concedere il premio in busta paga di 1.800 euro come auspicano Fiom e Cgil e Fim Cisl, ma si fermerebbe a 1.500 euro. Una battaglia di cifre, che non convince i dipendenti.
Sciopero alla Rollon, le motivazioni dei sindacati
«La direzione aziendale ha presentato le prospettive per l’anno in corso di un 27% circa in più di fatturato sul 2021 che si è chiuso a 98milioni di euro ed un indicatore di risultato previsto per il 2022 del 34,4%. La richiesta di portare a 1800 euro il target del premio di risultato al raggiungimento di tutti gli obiettivi aziendali, ci sembra ampiamente in linea con le prospettive di alto guadagno dell’azienda. Aziende sul territorio con guadagni minori, erogheranno premi molto più alti ai loro dipendenti» hanno chiosato Adriana Geppert della Fiom Cgil e la collega Lorena Silvani della Fim Cisl.
Questo è solo l’ultimo degli scioperi fatti in questi giorni dalle tute blu, che hanno definito la proposta della società semplicemente «irraggiungibile» senza troppi giri di parole.
Sciopero alla Rollon: «Quattro incontri senza che sia iniziata la trattativa»
Il dialogo è aperto ormai da diverse settimane con la Rollon e ora i sindacati sperano in un ripensamento della dirigenza.
«Si sono svolti quattro incontri, in cui la direzione non ha iniziato la trattativa, ha solo riportato in modo unilaterale quello che è la loro proposta economica e normativa, con modalità da ultimatum – hanno fatto sapere i manifestanti – Per le Rsu e le organizzazioni sindacali è, a maggior ragione fondamentale che in una fase di calo del potere di acquisto delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori, le aziende facciano la loro parte! Siamo di fronte ad una multinazionale che in tutti questi anni ha prodotto milioni di utili che in gran parte sono stati redistribuiti agli azionisti. Ora è il tempo di ridistribuirli a chi la ricchezza la produce in azienda con il loro lavoro! Noi vogliamo discutere con la società. La netta chiusura da parte dell’azienda, che, come tutte le multinazionali, tratta con la casa madre e non con chi rappresenta i lavoratori nel nostro territorio». La partita è ancora aperta e non si esclude una risposta da parte della multinazionale.