Angelica Tagliabue se ne è andata lo scorso 3 ottobre. Aveva 92 anni. Per anni è stata dietro il bancone della storica Boutique Angelica di Arcore, in via Colombo 1, fino allo scorso anno, quando il negozio ha chiuso. Ma non solo. Tanti hanno amato e conosciuto Angelica anche per i suoi versi, le poesie scritte in dialetto e in italiano, molte delle quali furono pubblicate sulle pagine del Cittadino negli anni Novante e oltre il passaggio del millennio.
Villasanta e Arcore piangono Angelica Tagliabue: quelle poesie sul Cittadino
Nata a Seveso nel 1932, si era poi trasferita a Villasanta dopo il matrimonio e qui ha vissuto fino alla fine. «Il Covid l’aveva fiaccata nel corpo e nello spirito, l’aveva disorientata», racconta oggi la figlia Gabriella Monti, che ricorda la mamma proprio per il suo grande amore per la poesia e per il lavoro.
«Fino allo scorso anno ha voluto essere attiva, lavorando nel mondo della moda nel suo negozio di Arcore, e fino all’ultimo la sua anima di poetessa ha continuato a scrivere versi, anche se non era più in grado di fissarli sulla pagina».
Sul Cittadino hanno trovato spazio alcuni dei componimenti in vernacolo scritti per il gruppo degli alpini: «La sua poesia era divenuta necessaria, come una finestra sul verde che si sposa con il reale, con la vita alla quale da sempre ha dato del tu. Il suo linguaggio è tutto quel nome: Angelica, che dipinge il suo mondo con l’eleganza di un cuore semplice ma sincero».