Porta la data del 20 luglio 2009 l’atto di nascita del Consorzio di gestione del Parco e della Villa reale. Le firme in calce sono quelle dell’allora ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, del presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni, del sindaco di Monza Marco Mariani e del sindaco di Milano Letizia Moratti. La durata è ventennale. Ciò significa che fra quattro anni l’esperienza del consorzio di gestione terminerà e si potrà pensare ad una nuova governance.
Proseguire con il Consorzio o scegliere la via della Fondazione che già 15 anni fa era quella caldeggiata da buona parte dei protagonisti?
Villa reale e parco di Monza: l’orientamento verso la fondazione sembra unanime nella politica cittadina
Il dibattito è aperto e, sia in Regione sia nel consiglio di gestione (e assemblea) del Consorzio, è nato un gruppo di lavoro per arrivare preparati alla scadenza del 2029.
Tra i protagonisti della politica monzese l’orientamento verso una fondazione di partecipazione pubblica sembra unanime indipendentemente dal colore politico.
Lo dice Pier Franco Maffé (Forza Italia) che nel 2009 era assessore al parco e alla Villa: «Ho subito il Consorzio – spiega – perché in realtà avevo lavorato per la nascita di una Fondazione. Siamo partiti per Roma convinti di firmare per la fondazione, ma Milano voleva il consorzio e anche il ministero. Poi, per la verità, Bondi ci aiutò a far decollare la Villa con l’organizzazione di due eventi legati al Forum dell’Unesco anche se resto convinto che la fondazione avrebbe realizzato più cose. In una fondazione entra chi ha la proprietà e chi vuole entrare e non ha la proprietà deve mettere sul tavolo più soldi o un know how d’eccellenza. Penso all’ingresso di università o fondazioni bancarie».
Villa reale e parco di Monza: la posizione dell’ex sindaco Scanagatti
Cosa modificare? «Non renderei obbligatorio che il sindaco di Monza debba essere necessariamente anche il presidente dell’ente di gestione – spiega Maffè – anche se è giusto che Monza abbia un peso visto che Villa e Parco sono sul suo territorio. Però, a volte, è stato difficile ricoprire i due ruoli».
Anche Roberto Scanagatti, sindaco Pd negli anni della riapertura della Reggia dopo i lavori di restauro, la strada da intraprendere è quella della fondazione: «Lo dicevo già in tempi non sospetti – dice – la fondazione permette di agire con meno vincoli».
Però puntualizza due capisaldi: «Monza deve continuare a esprimere il presidente, mentre che Regione scelga il direttore generale è una forzatura, perché quell’incarico deve premiare il curriculum e l’esperienza, non l’appartenenza a una parte politica».
Fondazione o consorzio, per Scanagatti l’importante è che indietro non si torni: «Bisogna restare insieme – dice – noi abbiamo avuto anni di rapporto privilegiato con Milano per Expo, c’è stato l’accordo di programma con Regione, perfezionato con il sindaco Allevi, che ha portato finanziamenti per il Parco da 55 milioni di euro, ma una fondazione avrebbe potuto ottenere fondi anche per realizzare mostre di alto livello e uscire dall’impasse in cui si trova oggi il consorzio».