Decine di automobilisti indisciplinati colti in fallo ogni giorno e un gruzzolo considerevole versato sui conti del Comune: a due mesi dalla sua installazione gli effetti del Tred sono evidenti e del tutto inattesi.
Il dispositivo che fotografa i veicoli che non si arrestano al semaforo rosso tra viale Cesare Battisti e via Matteotti, in direzione di Monza, è diventato il terrore di molti con multe che fioccano al ritmo di 40-50 al giorno. In un paio di mesi sono state circa 2.500 le persone pizzicate che, oltre ad aver perso 6 punti della patente, hanno sborsato 114,10 euro se hanno pagato entro cinque giorni dalla notifica o 163 se hanno ritardato l’operazione.
Se gli automobilisti piangono, le casse del Comune ridono: il consiglio comunale ha approvato una variazione di bilancio che attesta 230.000 euro di entrate in più rispetto a quelle ipotizzate per il 2018. Una parte sarà destinata alla Polizia locale mentre 100.000 euro, a fronte dei 70.000 previsti, saranno impiegati per la posa di telecamere nei punti critici di Vedano.
Il numero degli automobilisti sanzionati, intanto, rimane elevato: «Nemmeno noi – commenta il comandante Roberto Detti – ci aspettavamo cifre simili. A fine anno avremo più risorse a disposizione, ma ora siamo sommersi di lavoro». Per ogni infrazione, infatti, i 4 agenti in servizio devono controllare le immagini, verificare che i veicoli siano effettivamente passati con il rosso, leggere la targa, compilare il verbale e inviarlo alla ditta che lo imbusta e lo spedisce all’interessato. Devono, inoltre, accogliere chi decide di pagare direttamente al comando e che, prima di mettere mano al portafogli, chiede di vedere la documentazione.
Il sindaco Renato Meregalli, intanto, risponde alle critiche di quanto lo accusano di voler fare cassa con uno strumento che in altre città è stato dichiarato «illegale» e ha costretto gli amministratori a restituire il denaro raccolto attraverso gli scatti. «Il nostro auspicio – replica il primo cittadino – è quello di non fare multe, non di farne tante dato che chi non rispetta il rosso costituisce un pericolo per la sicurezza degli altri. Proprio perché non intendiamo punire nessuno, abbiamo lasciato i tempi di tolleranza più elevati: dovremmo, però, partire dal presupposto che chi viene sanzionato non rispetta il Codice della strada».
A quell’incrocio, aggiunge, sarebbe impossibile realizzare una rotonda: «Viale Battisti – chiarisce – è una provinciale e noi non possiamo intervenire. Biassono lo ha fatto perché, avendo più di 10.000 abitanti, ha chiesto il suo declassamento a strada comunale. Le rotatorie delle provinciali, oltretutto, prevedono una curvatura maggiore e in quel punto non lo spazio non sarebbe sufficiente».