Varedo, la sentenza shock su Villa Bagatti: “Acquisto illegittimo”

La corte d'Appello di Milano ha ribaltato il giudizio di primo grado sulla compravendita: il privato deve restituire 6 milioni alla fondazione e questa alla banca
Varedo Villa Bagatti
Varedo Villa Bagatti

La Corte d’Appello di Milano ha ribaltato il giudizio di primo grado sulla compravendita di Villa Bagatti di Varedo e dà ragione all’amministrazione comunale di Varedo: il contratto di compravendita della Villa Bagatti sottoscritto in data 12 maggio 2011, tra la Fondazione La Versiera 1718 e la società Loco Varedeo srl che oggi ha mutato la propria ragione sociale in Arbo srl, è nullo a tutti gli effetti.

I motivi della sentenza sono riconducibili all’accertamento che l’appello è fondato ricollegandosi alle pronuncia della Corte dei Conti. La sentenza spiega come “l’istituzione della Fondazione ha costituito (…) fondamentalmente uno strumento per l’elusione delle regole contabili, realizzata in sè non tanto con la costituzione della Fondazione, di per sè legittima, bensì con la sostanziale rinuncia al beneficio dell’autonomia dalle vicende patrimoniali della Fondazione, tramite la stipulazione del contratto di apertura di credito, di cui il Comune è stato, a titolo di patrocinatore, diretto sottoscrittore”.

La sentenza d’Appello su Villa Bagatti è un ribaltone: “La Fondazione per eludere il patto di stabilità”

In sostanza, il vero obiettivo della creazione della Fondazione non fu nella creazione del migliore strumento giuridico per la realizzazione di finalità pubbliche, si legge nel testo, ma al fine di sottrarre il Comune alle regole della contabilità, che la sentenza definisce “stringenti”. A questo fine quindi, si sono eluse le norme di contabilità che si sarebbero applicate se l’operazione fosse stata intestata direttamente al Comune. La sentenza è anche più puntuale su cosa si sia eluso: si è evitata così la violazione del Psi, il patto di stabilità in materia di stipulazione dei contratti apertura del credito e indebitamento, peraltro, viene sottolineato, senza la necessaria autorizzazione del consiglio comunale.

Varedo, la sentenza su Villa Bagatti: “la Versiera deve restituire alla banca 6 milioni”

Individuato il dolo, la sentenza entra altresì nel dettaglio della vicenda finanziaria. “La Fondazione deve essere dunque condannata a restituire alla banca la somma di 6 milioni e 500mila euro – come si legge nell’atto di sentenza – oltre agli interessi di mora al tasso legale dal momento in cui la Fondazione (…) la ricevette dalla banca”. A sua volta, l’istituto bancario dovrà restituire alla Fondazione tutte le somme ricevute a titolo di interessi corrispettivi e moratori ai tassi pattuiti in contratto, maggiorate degli interessi. È dichiarato nullo, così come il collegato contratto ricognitivo del primo agosto 2011 e come il contratto di apertura del credito stipulato tra la Fondazione e l’istituto bancario di riferimento nella stessa data dell’agosto 2011.

Il Comune di Varedo viene rifuso anche delle spese legali: Arbo srl, Intesa Sanpaolo srl e Fondazione La Versiera in solido tra loro, vengono condannati a rimborsare alla città di Varedo le spese di lite di primo grado per 1.744,95 euro per spese e 49.271 euro di compensi professionali, cui si aggiungono 2.546 euro per spese e 40.668 euro per compensi legali per il grado di appello. Ora rimane solo il terzo grado di giudizio, ma la Cassazione prende in esame solo eventuali vizi di forma. Per effetto di questa sentenza dopo 15 anni, la villa, il giardino e le pertinenze tornano alla società proprietaria e la vendita è nulla, con restituzione di interessi e pagamenti.