Vaccini in azienda, i sindacati: «Disappunto nel metodo e nel merito»

Una lettera dei sindacati Cgil, Cisl e Uil Lombardia alla Regione Lombardia prima ancora della presentazione del protocollo con Confindustria e Confapi per le vaccinazioni nelle aziende per esprimere qualche dubbio “nel metodo e nel merito della scelta”.
Vaccinazione anticovid
Vaccinazione anticovid

Una lettera inviata al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, alla vicepresidente e assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti, e all’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, prima ancora della presentazione del protocollo con Confindustria e Confapi per le vaccinazioni nelle aziende. Firmata da Cgil, Cisl e Uil Lombardia per esprimere qualche dubbio “nel metodo e nel merito della scelta”: per non essere stati interpellati e per una decisione presa a prescindere dal tavolo di confronto avviato tra governo e parti sociali

«Fin dall’inizio della crisi sanitaria le scriventi organizzazioni sindacali hanno tenuto una posizione di massima responsabilità e disponibilità – si legge – con un confronto (…) sempre costruttivo e propositivo, tanto più in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori e della comunità, stante la rappresentanza che abbiamo di tanta parte della cittadinanza lombarda. In materia di sicurezza negli ambienti di lavoro sono stati definiti protocolli condivisi, poi recepiti da atti normativi (…) È perciò del tutto ingiustificata la linea di condotta seguita da Regione Lombardia che ha deciso, sia di prescindere dagli esiti del tavolo di confronto avviato tra Governo e Parti sociali per verificare e condividere il possibile sviluppo del piano nazionale vaccinale nei luoghi di lavoro, sia di non coinvolgere il sindacato nel confronto sul piano di vaccinazione nelle aziende che, invece, è stato oggetto di una preventiva trattazione con la sola Parte datoriale, peraltro rappresentativa di una porzione del mondo produttivo lombardo».

«Nel merito, stante l’idea che detto piano vaccinale specifico per le aziende sarebbe da intendersi come iniziativa di profilassi per esigenze di sanità pubblica, non si comprende come esso possa inserirsi nel quadro di un passaggio del piano vaccini alla fase massiva che il Governo e la stessa Regione Lombardia si preparano ad organizzare».

«D’altra parte se è intenzione delle Autorità stabilire – a fronte delle rassicurazioni sulla massima fornitura di vaccini attesa a partire dal prossimo aprile – non più un ordine di vaccinazione per gruppi prioritari, ma sulla base di una specifica valutazione del maggiore rischio sanitario della singola persona sull’insieme della popolazione per rapporto alle condizioni di comorbilità e all’età, allora un piano specifico per le aziende, anzi, una parte delle aziende, come quello in discussione rischia di costituire un profilo avulso e indebito di gestione della priorità di vaccinazione. Per questi motivi ribadiamo la nostra richiesta di convocazione delle organizzazioni sindacali preventiva all’adozione di delibera in tema di vaccinazione di lavoratrici e lavoratori nei luoghi di lavoro».

Le associazioni di categoria Filt Cgil Fit Cisl Uilt Uil chiedono che Regione Lombardia non crei disuguaglianze e non dimentichi i lavoratori dei trasporti.