Prima per dosi di vaccino anticovid consegnate, tra le ultime per dosi somministrate. È la Lombardia nella fotografia del database ministeriale che aggiorna in tempo reale i passi avanti della campagna vaccinale in Italia, iniziata simbolicamente il 27 dicembre con la giornata europea che ha unito tutti i Paesi in una nuova speranza di ritorno alla normalità e praticamente il 31 dicembre con l’inizio vero e proprio.
I numeri: 80.595 dosi consegnate, 2.416 somministrazioni pari al 3% (2.225 operatori sanitari, 179 personale non sanitario, 12 ospiti in strutture residenziali). La percentuale migliore spetta alla provincia autonoma di Trento con 2.242 somministrazioni e 4.975 dosi consegnate (45%), Lazio e Piemonte possono contare sul 37,9% e 23,8% con circa la metà delle dosi lombarde.
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In provincia di Monza e Brianza il 31 dicembre sono state consegnate 1.200 dosi all’Asst Monza e 4.860 dosi all’Asst Vimercate e il piano originale prevede le somministrazioni dal 4 gennaio 2021.
Qui la prima fase della campagna coinvolge 8.665 operatori delle Asst, 461 di Ats Brianza, 5.343 operatori dell’Areu e delle Croci, 755 medici di medicina generale, 1.084 operatori di ospedali privati, 4.113 ospiti delle Rsa e 3.824 operatori delle Rsa. Per un totale di 24.245 vaccinazioni.
Secondo quanto comunicato la scansione delle consegne dopo il 30 dicembre (81 vassoi), sarà: 4 gennaio (76 vassoi), 11 gennaio (83 vassoi), 18 gennaio (82 vassoi), 25 gennaio (98 vassoi). «Ogni vassoio contiene 195 fiale e da ogni fiala, in base alle ultime disposizioni, si ricavano 6 dosi di vaccino», aveva spiegato il manager regionale Giacomo Lucchini.
I numeri della Lombardia hanno scatenato polemiche a livello nazionale per la gestione locale della campagna. A cui ha risposto l’assessore Giulio Gallera.
«Partirà da lunedì 4 gennaio, secondo la programmazione originaria della Direzione Generale Welfare, la vaccinazione del personale delle Asst, Irccs , Spedalità privata e Rsa. Si prevede una capacità di somministrazione iniziale fino ad un massimo di 10.000 dosi al giorno, che potrà essere successivamente incrementata fino a 15.000 – ha detto – Questi numeri saranno in grado di rispondere al fabbisogno di coprire la popolazione sanitaria delle strutture con l’obiettivo di raggiungere il requisito di “covid free”, rispettando la scadenza fissata per tutte le regioni, entro la fine del mese di febbraio, con la dose di richiamo da effettuare dopo 21 giorni. Chi utilizza delle graduatorie riferite a tre giorni, di cui uno festivo, per continuare a cavalcare polemiche pretestuose, dimostra assenza di responsabilità istituzionale e politica».
E poi: «Per l’avvio della campagna vaccinale sono state consegnate il 27 dicembre mattina 1620 dosi. Sono state trasferite in parte a tutti i capoluoghi di provincia e in due luoghi simbolo, Alzano e il Trivulzio. Il rimanente è stato utilizzato al Niguarda e al Sacco, stante anche la necessità di esaurirle in 4 giorni. Nel corso dei giorni successivi sono state comunicate le ipotesi di consegna, per questa prima tranche, immaginata dalla struttura Commissariale al 4 di gennaio (prima prevista per metà gennaio). Nello specifico è stato trasmesso un anticipo e un frazionamento delle consegne (la consegna, ipotizzata per il 29 è poi slittata al 30). Dal 30 dicembre, giorno in cui abbiamo ricevuto le nuove dosi si è comunque proceduto in alcune Asst alla somministrazione di vaccini, prevedendo di proseguire, in modo massiccio e puntuale, dal 4 gennaio. Una scelta ponderata e attenta, motivata anche dal fatto che nei giorni delle festività parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo, visto che dal mese di febbraio, come in nessun altra regione italiana, è sotto pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio. Ci auguriamo per questo che dal Governo arrivi, soprattutto per la fase che coinvolgerà la popolazione, il personale aggiuntivo promesso».