Una vita per l’autodromo di Monza, la sua seconda casa: addio a Bruno Longoni

A Carate Brianza si sono svolti i funerali di Bruno Longoni, una vita spesa per l’automobilismo e per il “suo” autodromo di Monza.
Bruno Longoni
Bruno Longoni

Addio a Bruno Longoni. A dirlo non è solo la sua Carate, dove lunedì 8 marzo in chiesa prepositurale si è svolto il funerale, ma tutto il mondo dello sport dell’auto. Longoni aveva 84 anni. Era vicepresidente dell’Ancai (Associazione nazionale corridori automobilisti italiani) e ha ricoperto negli anni una lunga serie di incarichi: commissario sportivo nazionale, delegato regionale, fiduciario per la Lombardia del gruppo ufficiali di gara, presidente della Csai (Commissione sportiva automobilistica italiana) che è braccio operativo dell’Aci.

Al di là dei ruoli, Ancai lo ha omaggiato come «amico sincero. Un personaggio unico per forza, spessore umano e passione. Un uomo di altri tempi che aveva saputo trasportare le sue conoscenze imprenditoriali anche all’interno del mondo dello sport dell’auto”. Aci e Aci sport scrivono che “di lui si ricorda anche l’amore profondo verso il circuito di Monza, la sua seconda casa, e verso il mondo ad esso collegato, una passione che lo ha negli anni portato ad essere uno dei simboli dell’autodromo e della sua vita. Da segnalare poi il grande legame con il mondo degli Ufficiali di Gara, fondamentali per lo svolgimento dell’attività sportiva. Con la scomparsa di Bruno Longoni viene a mancare uno dei protagonisti di un’epoca che ha comunque portato a mettere le basi per la riforma, il rilancio e l’ammodernamento dello sport dell’auto a livello non solo nazionale».

Longoni ha lasciato i figli Sonja e Paolo, anche lui conosciuto nel mondo automobilistico in qualità di commissario della Federazione internazionale automobilistica. Per chi volesse ricordare Bruno, i familiari hanno chiesto non fiori ma donazioni all’Ancai.