Tutte le premiate di “MedaDonna”: anche l’ex assessore Monica Raffaella Tagliabue, alla memoria

Consegnato il premio “MedaDonna”, il riconoscimento assegnato alle donne che hanno dato e stanno dando lustro alla città, accrescendone il prestigio e operando con disinteressata dedizione. Sei le premiate.
Le signore che hanno ricevuto il premio "Medadonna" con le autorità municipali di Meda
Le signore che hanno ricevuto il premio “Medadonna” con le autorità municipali di Meda Paolo Volonterio

Nell’aula consigliare a Meda si è svolta la consegna, in presenza dopo due edizioni che hanno subito le criticità dell’emergenza sanitaria, delpremio “MedaDonna”, il riconoscimento assegnato alle donne che hanno dato e stanno dando lustro alla città, accrescendone il prestigio e operando con disinteressata dedizione.

Il sindaco Luca Santambrogio con la vicesindaco e assessore alle politiche femminili Alessia Villa, presenti gli assessori alla cultura Fabio Mariani e allo sport Stefania Tagliabue, hanno consegnato i prestigiosi riconoscimenti a Graziella Cimnaghi, Gabriella Maspero, Marina Pastori, Irene Pollina, Carla Porro, Monica Raffaella Tagliabue (alla memoria).

“Il premio Meda Donna – ha ricordato la vice sindaco Villa – è nato con l’intento di indicare alla pubblica stima l’attività di donne che si sono distinte e che si distinguono nelle attività professionali, comunitarie e familiari della vita di tutti i giorni. Lo stesso premio, una rosa stabilizzata, ben rappresenta la grazia, la tenacia, le doti di resistenza e di resilienza che caratterizzano tante figure femminili della nostra comunità. È questo un modo che riteniamo non retorico ma significativo di riconoscere in occasione della giornata internazionale il ruolo e l’importanza delle donne nella società”.

“Ogni anno – ha sottolineato il sindaco Santambrogio – sono numerose le segnalazioni che giungono da parte dei gruppi consiliari, associazioni e semplici cittadini: è segno di vitalità del tessuto sociale della nostra città ed anche del desiderio di voler ricostruire significative storie personali che rappresentano uno spaccato della nostra comunità nel corso dei decenni”.

Chi sono le premiate.
Monica Raffaella Tagliabue (alla memoria): architetto di successo è, soprattutto, ricordata per aver ricoperto il difficile ruolo di assessore all’urbanistica nel decennio dal 1992 al 2002. Nel suo ruolo di assessore riuscì a portare a termine il nuovo piano regolatore nel segno della tutela della nostra zona collinare come parco. A lei, in quel periodo, si deve il grande impegno per la formazione del gruppo volontari antincendio che, nel 1999, sarà il nucleo base del gruppo comunale di Protezione Civile della città. Donna molto concreta, della quale ricorderemo sempre un suo intercalare “Detto, fatto!”, ha fatto davvero molto per l’ amata Meda. È scomparsa prematuramente nel 2020.

Gabriella Maspero: maestra, ha insegnato per 43 anni nelle scuole elementari San Giorgio. Il suo lavoro l’ha svolto con grande passione. Il rapporto con gli alunni è sempre stato la molla che le ha fatto affrontare con grande slancio esperienze nuove. Ha aderito a progetti che hanno visto la locale scuola coinvolta in attività di scambio con altre realtà scolastiche europee (progetto Comenius). Ha partecipato alla nascita del progetto di bilinguismo nella scuola elementare con l’ausilio del British Council. Nel difficile periodo della pandemia è riuscita a trasmettere ai suoi studenti entusiasmo durante le lezioni in Dad. Ora in pensione, continua ad impegnarsi per aiutare gli altri. Di recente ha collaborato alla realizzazione del dipinto sulla porticina del parco di piazza Cavour con i ragazzi dell’oratorio feriale, al presepe multi-mani in piazza della Repubblica ed è volontaria al locale centro vaccinale.

Carla Porro: nata in città ha frequentato le scuole, ha calcato il palcoscenico, ha coltivato la passione del ricamo, ha intrecciato amicizie, ha ricoperto incarichi nella parrocchia san Giacomo. E’ tuttora animatrice della classe 1935, e, oltre alla famiglia, si è dedicata con passione all’attività de “La Bomboniera”, che dal 1956 è punto di riferimento per ogni lieta ricorrenza. Grazie al suo carattere affabile e simpatico, ha saputo creare un rapporto con la clientela che va al di là della semplice vendita commerciale. Sensibile al sociale, nel punto vendita sono presenti anche linee solidali, che fanno capo a diverse Onlus. Nel 2016, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento come negozio storico dalla regione Lombardia.

Graziella Cimnaghi: prima di 8 fratelli, a 11 anni, terminate le scuole elementari, iniziava ad aiutare a ‘spruzzare’ i mobili nella bottega del papà doratore. Cresce quattro figli, alternando cura della casa e della famiglia, il lavoro di ‘carteggiare’ mobili, le attività di pulizie domestiche e stiro in diverse famiglie. Ha contributo a varie attività di aiuto e sostegno nell’ambito scolastico. Nel campo del volontariato, in parrocchia e nell’associazione san Vincenzo, collabora nella consegna dei pacchi alimentari a domicilio. È stata tra le prime a gestire il Movimento per la Vita sostenendo tante donne in gravidanza, continuando la vicinanza in modo concreto con la fornitura di arredi per i nascituri e sostenendo le attività dell’allora presidente, Rosangela Marconi. Ha aiutato le badanti che iniziavano le loro attività di servizio e assistenza nelle famiglie locali. Anche durante il periodo di pandemia, a sede chiusa, non ha mai fatto mancare la sua presenza, il suo ascolto, la sua disponibilità.

Marina Pastori: nel 1999 inizia la sua attività lavorativa alla fondazione Besana onlus dove tuttora svolge le proprie mansioni in amministrazione. Crocerossina, entra a far parte del Gruppo Volontari Medesi dove costantemente presta la sua azione. Nel 2018 diventa presidente del gruppo che si è contraddistinto anche per l’apporto dato durante il periodo pandemico aumentando i già notevoli sforzi sul territorio. Presta inoltre supporto alle varie iniziative a scopo benefico di associazioni a valenza nazionale (ad es. la AISM) portandole sul territorio medese.

Irene Pollina: nata a Milano il 2 febbraio 1922, ultima di sette figli in una famiglia borghese, sfollata a Meda dopo che la loro casa di Milano venne bombardata durante la seconda guerra mondiale. Impiegata nel capoluogo, ha conosciuto Pasquale Bonacina reduce dalla campagna di Albania. Si sono sposati alla fine del 1947 e alla nascita del primo figlio Irene lasciava l’ufficio iniziando a lavorare nel negozio del suocero in cui si vendevano macchine per cucire e orologi. Alle Acli con il marito, meccanico di precisione, ha organizzato nel 1952 un corso di taglio-cucito e di ricamo a cui hanno partecipato molte sposine e ragazze. Hanno fornito e offerto assistenza alle molte botteghe artigiane, poi divenute anche rinomate aziende. Irene appartiene alla generazione di donne che hanno affrontato il difficile periodo del dopoguerra con grinta, forza, coraggio e tutta la determinazione femminile.