Strage del tribunale di Milano: tre vigilantes indagati per omicidio colposo

Claudio Giardiello ha fatto mettere a verbale di essere entrato nel tribunale di Milano con la pistola usata poi per uccidere tre persone: a tre mesi di distanza i tre vigilantes in servizio quel mattino del 9 aprile al varco di via San Barnaba hanno ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di omicidio colposo.
L'aula del tribunale di Milano dove Claudio Giardiello ha sparato
L’aula del tribunale di Milano dove Claudio Giardiello ha sparato Matteo Bazzi

Claudio Giardiello ha fatto mettere a verbale di essere entrato nel tribunale di Milano con la pistola, quella usata per uccidere il giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani e il suo ex socio Giorgio Erba e a tre mesi di distanza i tre vigilantes in servizio quel mattino del 9 aprile al varco di via San Barnaba hanno ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di omicidio colposo.

La notifica è avvenuta da parte della Procura di Brescia, competente sul caso, che contesta l’accusa a una guardia armata in servizio e ad altri due vigilantes non armati, dipendenti di due società che si occupano di garantire la sicurezza agli ingressi del Palazzo di giustizia di Milano. I tre avrebbero causato «per colpa», ossia per negligenza o imprudenza o imperizia, la morte delle tre persone uccise dall’imprenditore di Brugherio riuscito a passare dal metal detector con l’arma senza essere fermato.

Giardiello – il cui avvocato ha raccontato per primo al Cittadino che l’imprenditore in tribunale quella mattina si sarebbe voluto suicidare (LEGGI QUI) – ha dichiarato che la borsa nella quale custodiva la pistola l’avrebbe fatta passare dal dispositivo preposto al controllo degli effetti personali e di non aver preso particolari accorgimenti per nasconderla. Un aspetto, quest’ultimo, in via di accertamento da parte inquirenti e investigatori che vogliono verificare se invece Giardiello non avesse cercato di schermare l’arma affinché non fosse rilevata.