Storia dei “dimenticati Covid”: «Per legge possiamo lavorare ma siamo fermi e senza aiuti»

Storia dei “dimenticati Covid”, Maura Polonia e la sua scuola di formazione d’inglese a Cesano Maderno: per legge possono lavorare, «ma siamo fermi e senza aiuti». Calo del fatturato del 60% ma nessun rimborso.
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cesano maderno maura polonia Cristina Marzorati

Per Stato e Regione Lombardia possono lavorare, ma nella realtà non c’è richiesta: storia dei dimenticati da Covid-19 che non vedranno nemmeno un euro di rimborso. È il caso dell’imprenditrice Maura Polonia del Villaggio Snia, da trent’anni alla guida dell’Euroateneo di via Nazionale dei Giovi a Cesano Maderno, scuola di formazione d’inglese rivolta al mondo del lavoro, della scuola, privati ed enti pubblici.

Polonia racconta la situazione: «Siamo praticamente immobili da marzo» da quando l’Italia è entrata nel primo lockdown.


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«Abbiamo provato a ripartire ma non con i corsi, d’estate non li vuole fare nessuno, piuttosto volevamo puntare su un’esperienza di fattoria didattica per bambini». Un progetto naufragato. «Ho letto con attenzione il Dpcm, ogni responsabilità in caso di positività di uno degli alunni era mia. Ho lasciato perdere».

A settembre la ripresa. «Abbiamo riaperto praticamente il primo giorno del mese: quattro aule a disposizione, al massimo 7 iscritti per corso, con mille difficoltà eravamo riusciti per lo meno a ripartire. Avremmo lavorato quanto? Un mese e mezzo?».

Perché ora per Stato e Regione la formazione è consentita solo a distanza, insomma una specie di Dad. «Peccato che i corsi a pagamento nessuno li voglia fare a distanza e soprattutto in un corso d’inglese la presenza è fondamentale. Chi partecipa alle lezioni deve essere tranquillo e sereno a livello fisico, è un po’ come un allenamento, la lingua non la si impara online, non è semplice tecnica, ci sono mille variabili».
Senza contare le difficoltà pratiche: «A volte ci vogliono anche venti minuti per riuscire ad avere un collegamento perfetto: microfono acceso, spiegare come comunicare, fare le domande. Non è immediato».

Il risultato? «Abbiamo avuto un calo del fatturato del 60 per cento, ma noi non vedremo nemmeno un euro di rimborso». Lo Stato e nemmeno la Regione Lombardia oggi hanno inserito tra i codici Ateco (classificazione delle attività economiche) il mondo della formazione. «Lo Stato ha dato soldi al mondo del food, alle palestre, alle scarpe. E il mondo della cultura? Non voglio sembrare banale, ma invece di stanziare fondi per comprare i monopattini, perché non sono stati previsti soldi per fare qualcosa di sano per la mente».

Maura Polonia è soltanto la punta di un iceberg, basta citare i numeri del suo Euroateneo: 12 docenti che collaboravano costantemente ed operano con partita Iva e tre dipendenti.

«I primi lavorano in maniera ridotta o sono fermi, in base ai corsi che riesco a proporre. Quelli di settembre online stanno terminando, e sono decisamente inferiori rispetto agli anni precedenti, e non ho nuove richieste. Le tre dipendenti? Sono in cassintegrazione».