“Stop ai lavori pesanti dalle 12 alle 16”: la richiesta dei sindacati lombardi

L'appello per un'ordinanza del Pirellone dopo la cabina di regia di fronte all'ondata di caldo estremo degli ultimi giorni.
L'ondata di caldo in una grafica pubblicata da 3bmeteo.it
L’ondata di caldo in una grafica pubblicata da 3bmeteo.it

Stop al lavoro pesante sotto il sole dalle 12 alle 16: è la richiesta presentata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil della Lombardia a fronte dell’ondata di caldo estremo registrata negli ultimi giorni sull’intero territorio regionale. L’istanza è emersa in una riunione di giovedì 26 giugno della cabina di regia e del comitato di coordinamento istituiti dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro e la proposta è rivolta alla Regione stessa perché emetta un’ordinanza che scatti nei giorni e nei territori in cui il portale Worklimate segnala un livello di rischio “Alto”.

“Una misura che, secondo Cgil, Cisl e Uil, risponde a un’emergenza concreta e crescente, che richiede strumenti efficaci e immediati a tutela della salute pubblica e della sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto per lavoratrici e lavoratori autonomi o impiegati in contesti aziendali che non adottano adeguati modelli organizzativi di prevenzione – si legge in una nota congiunta dei sindacati – Nonostante le sollecitazioni sindacali, le altre componenti della cabina di regia — comprese le organizzazioni datoriali e le Ats — non hanno condiviso la proposta. Le Ats hanno richiamato l’attenzione su altri strumenti di contrasto all’emergenza caldo, come i piani mirati di prevenzione, la vigilanza, le linee guida nazionali e la corretta valutazione del rischio”.

“Stop ai lavori pesanti dalle 12 alle 16: proteggiamo le persone”

Per i sindacati, tutti strumenti importanti, “un pilastro della prevenzione e della promozione della sicurezza sul lavoro”. Ma, aggiungono, adottare un’ordinanza della Regione integrerebbe in modo più efficace le altre misure, “offrendo una risposta concreta e tempestiva in presenza di condizioni climatiche estreme”.

«La formazione, la consegna dei dispositivi di protezione e la valutazione dei rischi sono essenziali, ma non sempre sufficienti. L’ordinanza rappresenta uno strumento aggiuntivo indispensabile, con effetto immediato, che può fare la differenza soprattutto nei settori più esposti e meno tutelati», ha detto Giulio Fossati, segretario Cgil Lombardia. I sindacati ribadiscono l’appello all’assessore del Pirellone Guido Bertolaso affinché “segua l’esempio di altre Regioni italiane — come Campania, Lazio, Umbria, Sicilia, Calabria, Puglia e Toscana — che hanno già adottato ordinanze specifiche per proteggere lavoratrici e lavoratori dal rischio di colpi di calore e stress termico”.

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