Avrebbe vilipeso la tomba della cognata defunta, sputando sulla fotografia affissa alla lapide. Una vicenda sulla quale sta cercando di fare luce in queste settimane il tribunale di Monza. L’imputato nel processo è S.M., classe 1938, residente a Cesano Maderno: comune nel cui cimitero riposa la cognata.
Davanti al tribunale (la Procura è rappresentata dal Vice Procuratore Onorario Cristina Kluzer) l’imputato deve rispondere di vilipendio della tomba e di cose destinate a ornamento dei cimiteri. Le parti lese nel procedimento contro lo zio, sono rappresentate dai figli della defunta originari di Desio: la figlia è tuttora residente a Desio, mentre il figlio vive a Rovellasca in provincia di Como. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra maggio 2012 (decesso della signora) e aprile 2013.
Il 25 maggio del 2012 i figli della signora avrebbero notato che la fotografia era imbrattata da del liquido che solo più tardi è stato riconosciuto come saliva. Secondo la denuncia sporta dalle due parti lese la situazione si sarebbe ripetuta mediamente una volta alla settimana. I due figli avrebbero ripulito in un anno la fotografia almeno una trentina di volte. Una situazione assurda, diventata davvero insostenibile a tal punto che il figlio avrebbe iniziato a tenere sotto osservazione la tomba della madre a caccia di elementi utile per capire chi si nascondesse dietro a quel gesto tanto antipatico e sgradevole.
A un certo punto, il figlio avrebbe rilevato la presenza della saliva ogni volta che lo zio usciva dal cimitero di Cesano Maderno. A febbraio del 2013 il figlio della defunta avrebbe immortalato in un video quattro volte lo zio mentre sputava contro la foto della madre. In uno dei video si sentirebbero anche delle offese. Già nel mese di gennaio del 2013 il figlio avrebbe riferito i propri sospetti alle autorità competenti: il personale del cimitero, infatti, alla data del 24 gennaio e per almeno altre 15 volte avrebbe rilevato che dopo che l’imputato se ne era andato dal cimitero, la fotografia della defunta risultava essere sporca di saliva.
I motivi del presunto livore, peraltro, non sono noti. Nelle udienze precedenti sono stati già ascoltati alcuni testimoni, ma a maggio si torna nuovamente in aula dopo l’ultimo rinvio avvenuto mercoledì mattina. I sospetti si sono quindi concentrati sullo zio. Il custode del cimitero, in collaborazione con il figlio della defunta, avrebbe prelevato il quadretto della foto. È stato incaricato il dipartimento di Biotecnologie Mediche e di Medicina Traslazionale dell’università degli Studi di Milano di effettuare l’analisi genetica del Dna in modo da fare delle comparazioni con il Dna del figlio della defunta. L’imputato sarebbe stato, infatti, incastrato dalle analisi biologiche della saliva all’interno della quale sarebbero state trovate tracce di Dna compatibile con la famiglia per linea paterna.