L’inverno alle porte sarà per un giovane ucraino il terzo che trascorrerà all’addiaccio, a Sovico; a pensare al suo sostentamento e a farlo sentire protetto è la sua ex maestra delle elementari che a 70 anni scende per strada per portargli coperte e cibo. È una storia delicata quella che affiora e che cerca di far comprendere nell’indifferenza di massa che riabilitare la vita di una persona è un cammino che va oltre il pregiudizio.

Sovico, la storia di A.: da tre anni vive sotto i portici, un rapporto speciale con la maestra che l’aveva accolto in prima elementare
A., è un 27enne che conosce presto il significato della parola dolore. Arriva in Italia con la famiglia e a Sovico frequenta le scuole dell’obbligo. Alla primaria conosce la maestra Elisa Rossi, oggi in pensione, volto noto in paese, persona dall’animo buono capace di toccare le corde giuste di quel bambino che oggi, senza un tetto sulla testa, apre il suo cuore triste solo a lei. La maestra ci riceve nella sua abitazione.

«Io l’ho conosciuto in prima elementare. Veniva dall’Ucraina, un bambino che aveva tristezza negli occhi – racconta – la prima volta che ha visto me e la mia collega ci ha domandato: “voi non mi picchiate, vero?”. Quando gli dicevamo sorridi, lui si metteva a piangere. In quinta elementare, però, ci ha detto: “grazie a voi ho imparato a sorridere”».
Tra la maestra Rossi e A. si instaura un rapporto speciale. «Il percorso scolastico è stato positivo, tutto sommato – ricorda l’ex maestra – lui veniva qui in casa mia con un compagno e ci siamo frequentati fino a quando lui è andato fuori paese per gli studi superiori e per cercare un lavoro».
Sovico, la storia di A.: da tre anni vive sotto i portici, l’aiuto nel momento di maggior bisogno
Negli anni a venire, trasferimenti di domicilio, disavventure personali e tormenti familiari lo inducono a lasciare la sua casa. Sceglie così da tre anni di vivere da solo, all’aperto, sotto dei portici. Non parla con i familiari, non vuole aiuti e, come riferiscono i residenti della zona, non ha mai dato fastidio.
La maestra Rossi viene a sapere che il suo ex alunno ha problemi e lo cerca finché lo ritrova proprio in paese. «Quando l’ho rivisto, tre anni fa, l’ho raggiunto per strada, ma lui mi ha ignorata – racconta – dopo alcune settimane mi è venuto incontro e senza dire niente mi ha abbracciata: da allora non ci siamo più lasciati. Lui mi aspetta nel posto in cui sta da solo da tre anni, io vado lì anche di sera, al freddo, gli porto le coperte, la colazione e parliamo di quando eravamo a scuola. Ricordiamo i suoi sogni. Ricordo bene il giorno del suo compleanno e lui accetta di venire a mangiare una pizza. A me non chiede niente».
Sovico, la storia di A.: da tre anni vive sotto i portici, la speranza per una soluzione ai problemi
A. pare ora aver riallacciato il rapporto con la madre, ma il percorso è in salita. La ex maestra ha gli occhi lucidi: «Mi auguro riescano a superare i problemi – afferma – con me è di una gentilezza squisita, dall’anno scorso parla molto con sua madre ed io ho per questo fatto un passo indietro». Elisa Rossi dice di attendere: prende una scala e va a recuperare un album: «Questo è A., e questo è quello che ha scritto in prima elementare.,.». Firmato: «Il vostro pulcino».