Se non è un’emergenza, poco comunque ci manca. Martedì 22 agosto, Maurizio Giussani, medico di base con ambulatorio in via Reggio a Seregno, ha informato con una mail i suoi assistiti che, a partire da venerdì 1 settembre, cesserà il suo servizio, per raggiunti limiti pensionistici. Una notizia che è stata accolta con un dispiacere quasi naturale, considerato il rapporto ormai consolidato tra i pazienti ed il professionista, che è aumentato nel momento in cui ci si è resi conto che, ad oggi, non c’è una soluzione già definita per garantire agli interessati, ben 1.580, il massimo possibile per legge, l’indispensabile continuità assistenziale.
Ats Brianza: la segnalazione di Francesco Mandarano
«Il problema non è di poco conto -conferma Francesco Mandarano, già consigliere comunale di Rifondazione comunista, oltre che assistito di Giussani-. In famiglia, abbiamo fatto una rapida ricerca, ma gli altri medici di base che lavorano sul territorio risultano tutti al massimo della capienza e nessuno è in grado di accogliere l’eredità di Giussani. Marco Brambilla, presidente del comitato di quartiere del Ceredo, di cui sono consigliere, ha già contattato Ats Brianza, per capire il da farsi. Credo che sarà necessario prevedere una struttura di servizio temporanea, in una sede da individuare, cui le persone possano fare riferimento, in attesa che venga individuato un nuovo medico tramite un bando». Una problematica, questa, che ricalca altre che si stanno verificando sempre più spesso in Brianza, l’ultima a Giussano all’inizio di agosto, quando Gian Franco Villa ha cessato l’attività ed è stato rimpiazzato da un ambulatorio medico temporaneo alla locale Casa di Comunità di via Milano. Amara è la chiosa di Mandarano: «Mi sembra che quanto appena detto certifichi, una volta di più, il fallimento del sistema della sanità territoriale con cui conviviamo».
Ats Brianza: il commento di Maurizio Giussani
Dal canto suo, Giussani ha chiarito di aver informato Ats Brianza del suo pensionamento «già tre mesi fa». Il medico ha infine aggiunto: «Mi sono deciso a questo passo perché, a 62 anni, ho raggiunto i limiti pensionistici previsti dalla legge e perché ho l’esigenza di più tempo, per occuparmi personalmente di mia madre, che ha 88 anni e necessita di cure. Lascio con serenità, dopo aver cominciato a lavorare qui a Seregno nel 1995, in coda ad un’esperienza triennale precedente in Valtellina».