Assoluzione per l’ex assessore a Protezione civile e servizi demografici Gianfranco Ciafrone, per l’ex segretario comunale Francesco Saverio Motolese, al processo in corso con il rito abbreviato (gup Silvia Pansini) relativo a “Seregnopoli”, l’inchiesta per presunta corruzione con voto di scambio che ha coinvolto l’ex sindaco di Seregno Edoardo Mazza e il costruttore Antonino Lugarà.
Nei loro confronti la procura aveva chiesto la condanna rispettivamente a due anni e un anno e quattro mesi. Il gup Silvia Pansini, invece, ha pronunciato verdetto di assoluzione nei confronti dei due imputati, difesi dagli avvocati Roberta Minotti, Michele Sarno, Raffaele Della Valle. Seregnopoli è la vicenda giudiziaria che nel 2017 ha travolto la precedente amministrazione, e nella quale è rimasta coinvolta anche la figura di Motolese, e la sua nomina al ruolo di segretario comunale. Motolese era imputato di abuso d’ufficio a favore dell’impresario edile Lugarà, calabrese che gli inquirenti considerano legato alla ‘ndrangheta.
Secondo le accuse, Motolese avrebbe manipolato l’iter amministrativo della pratica urbanistica relativa all’area ex Dell’Orto pullman, che Lugarà aveva promesso in vendita alla In’s per la costruzione, poi avvenuta, di un supermercato, facendo ottenere a quest’ultimo “un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistito nell’ottenimento del collaudo tecnico amministrativo delle opere di urbanizzazione prima della ultimazione dei lavori”.
Ma i guai giudiziari per la sua nomina a segretario comunale piovono invece su Edoardo Mazza, accusato di abuso d’ufficio nel processo ordinario che aspetta di entrare nel vivo a Monza. Per i pm brianzoli, Mazza “ha agito in contrasto con i doveri di correttezza e imparzialità che devono sempre sottintendere alle azioni della pubblica amministrazione, individuando e nominando quale segretario comunale Motolese, non in base all’accertamento delle competenze necessarie per ricoprire le funzioni, nè sulla scorta delle manifestazioni di volontà dei segretari e degli eventuali curricula presentati”, ma piuttosto dietro “sollecitazioni di Lugarà e del consigliere comunale Stefano Gatti”.
Ciafrone era accusato di avere fatto parte della presunta schiera di politici, amministratori, tecnici e funzionari che avrebbero ricevuto l’input dall’allora sindaco di velocizzare le pratiche edilizie di Lugarà. Come parte civile, il comune di Seregno aveva chiesto 100mila euro di risarcimento dei danni, con una provvisionale di 20 mila euro, nei confronti di Ciafrone, e di 10mila euro nei confronti di Motolese.
«Ringrazio i miei avvocati Michele Sarno e Roberta Minotti, per questa sentenza che mi ha ridato quella dignità che avevo perso due anni fa», ha commentato, non senza un filo di emozione, Gianfranco Ciafrone venerdì in una conferenza stampa nella sala Gandini di via XXIV Maggio.