La lapide a ricordo dei diciotto militari e civili caduti nel periodo dal 1943 al 1945, sotto le insegne della Rsi ( Repubblica Sociale Italiana) , scoperta, mercoledì 4 novembre (LEGGI QUI), al camposanto maggiore di via Reggio, dal Cnroc ( comitato nazionale ricerche ed onoranze ai caduti della Repubblica Sociale italiana “ medaglia d’oro al valore militare “Carlo Borsani”), posizionata sul muro perimetrale del Sacrario dei Caduti in guerra, è rimasta intonsa lo spazio di pochi giorni.
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Tra domenica e mercoledì è stata sfregiata ben due volte. Domenica 8 novembre, giorno in cui a Seregno, veniva ufficialmente ricordata la 97ma festa dell’Unita nazionale e delle Forze armate, sulla lapide appariva una doppia scritta, sia in verticale che in orizzontale, di “ assassini” con i caratteri della croce uncinata. Scritte che venivano rimosse, nel primo pomeriggio. Lunedì mattina avveniva la denuncia contro ignoti dell’accaduto alla stazione dei Carabinieri di piazza Prealpi da parte di Norberto Bergna, in qualità di referente per le provincie di Milano, Como e Monza del comitato “nazionale ricerche ed onoranza ai caduti della Repubblica Sociale italiana” con sede a Somma Lombardo.
Il secondo sfregio, mercoledì 11 novembre , quando venivano anneriti tutti i 18 nomi cancellato il simbolo del Gladio e la scritta “caddero vittime della violenza nel nome della Patria straziata”. La lapide è stata nuovamente ripulita. Ma si pensa che non sarà l’ultima volta.