L’abbazia San Benedetto di Seregno, gremita forse al di là delle più rosee aspettative, considerata la giornata feriale, ha ospitato martedì 15 aprile, in mattinata, la cerimonia funebre di dom Michelangelo Maria Riccardo Tiribilli, 88 anni, abate emerito della congregazione dei monaci benedettini di Monte Oliveto, spentosi per una malattia venerdì 11 aprile.
Lutto: chi era dom Michelangelo Tiribilli

Fiorentino, ordinato presbitero il 2 luglio 1961, Tiribilli aveva poi svolto anche il ministero di parroco a Siena, nella parrocchia del beato Bernardo Tolomei, oggi santo, prima appunto di essere eletto nel 1992 abate generale, incarico che ha ricoperto fino al 2010, vivendo in prima persona nel 2009 la canonizzazione dello stesso Tolomei, senese, fondatore di Monte Oliveto e patrono della contrada priora della Civetta. A Seregno era arrivato nel 2013 e si era messo a disposizione con impegno, nonostante l’età ormai avanzata, per cercare di favorire il rilancio dell’attività, nel momento più buio della lunga storia abbaziale locale, cominciata addirittura nel 1884. Subito era emerso il suo spessore umano e culturale, che lo portava a porsi di fronte al suo interlocutore con grande umiltà e che gli ha consentito di inserirsi con profitto nel tessuto sociale della comunità che lo aveva accolto.
Lutto: dom Diego Maria Rosa presiede le esequie
Le esequie di martedì 15 aprile sono state presiedute da dom Diego Maria Rosa, bresciano, succeduto nel 2010 come abate generale proprio a Tiribilli, e sono state concelebrate da monsignor Walter Magni, vicario episcopale per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Milano, monsignor Bruno Molinari, prevosto, e dai confratelli monaci. «Ringraziamo tutti per la vostra vicinanza e le vostre preghiere -ha spiegato in apertura dom Abramo Zarate Zanotelli, superiore della comunità-. Se siete qui, è perché ci volete bene ed avete voluto bene al nostro padre abate». Nella sua omelia, l’abate Rosa ha evidenziato che «siamo accompagnati dalla fede, dall’affetto e dalla stima per l’abate Michelangelo, che ha raggiunto la sua meta. Ognuno di noi conserva suoi ricordi, fotografie messe in onda dalla regia della nostra mente». L’approfondimento è quindi proseguito: «Dom Tiribilli è stato eletto abate in un momento difficile e, grazie alla sua esperienza, ha rasserenato l’ambiente ed esortato i suoi confratelli alla pratica spirituale. Ringrazio tutti i monaci dell’abbazia, per l’assistenza che gli hanno fornito nel periodo della malattia, come figli verso il padre». L’abate generale ha infine cercato di tratteggiare alcune peculiarità che hanno contraddistinto la presenza in Brianza del suo predecessore: «Ha saputo tessere vari rapporti con il mondo seregnese, che lo ha stimato. Oggi si affaccia la spinosa domanda sul senso della vita. La nostra vita è divisa in due tempi: il primo è composto dagli anni su questa terra, il secondo dall’eternità. Gesù ci dice: “Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, vivrà”. Fidiamoci di Gesù».
Lutto: a Monte Oliveto Maggiore la sepoltura della salma
Alla cerimonia funebre seregnese, ne seguirà una seconda mercoledì 16 aprile, celebrata questa volta a Monte Oliveto Maggiore, dove la salma di Tiribilli sarà tumulata.