L’organizzazione, la gestione e la realizzazione di una mostra non bastavano più, la scuola deve aprirsi al territorio e gli studenti devono avere l’opportunità di coltivare i propri talenti, di provare, sperimentare, magari anche fallire, per crescere e diventare indipendenti: del resto sono gli individui a cui è affidato il futuro della società.
L’istituto superiore Majorana di Cesano Maderno ha deciso di fare un passo in più e partendo dall’esperienza maturata nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro che da cinque anni sfocia in una mostra tematica, allestita all’interno dell’auditorium Disarò, ha deciso di costituire una fondazione.
«Fondazione Majorana perché disponiamo di “capitale” – spiega l’insegnante Enza Clapis, referente a cui è stato affidato il progetto – capitale non economico ma umano, di competenze, scientifico. L’obbiettivo di questa fondazione è di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei problemi legati al territorio attraverso la creazione di eventi culturali».
La Fondazione si propone di unire scienza e arte per fare della comunicazione grafico-artistica uno strumento di promozione sociale. Ecco allora che il primo evento a cui gli studenti stanno lavorando è la mostra “It’s a brave new weather”, che verrà inaugurata a fine aprile, dove verranno esposte le opere degli studenti dell’istituto sul tema dei cambiamenti climatici.
«La mostra nasce dal fatto che all’interno dell’istituto è installata una centralina per i rilevamenti meteorologici. I dati vengono raccolti da anni. La mostra dovrà essere un veicolo di comunicazione e sensibilizzazione» continuano gli studenti coinvolti, due classi quarte, una del liceo scientifico ed una del liceo artistico.
La grossa novità è nella gestione dell’evento. Questo è un “anno zero”, per cui la realizzazione delle opere è stata affidata agli studenti dell’istituto cesanese. Dal prossimo anno l’orizzonte si allarga decisamente.
«La Fondazione Majorana ha un proprio business plan e organigramma, costituito da studenti, divisi in diverse aree di competenza e comitati – spiegano gli studenti – stiamo dialogando in particolare con la Fondazione Rossini di Briosco, che ci ha presi sotto la propria ala per permetterci di capire come funziona, come si gestisce e come dare futuro a un organismo come quello che abbiamo in mente. Gli eventi dal prossimo anno saranno realizzati attraverso bandi, cercheremo di coinvolgere almeno tutte le scuole del territorio, i cui lavori saranno valutati dal nostro comitato scientifico. La Fondazione avrà anche il compito di “trasmettere” e sensibilizzare le future generazioni attraverso laboratori ed attività specifiche, sempre da noi studiate, e di cui daremo alcune anteprime ad aprile».