Viaggiatori da risarcire anche per i ritardi dovuti a «cause di forza maggiore». Perché, in fin dei conti, non è certo colpa di chi paga il biglietto o l’abbonamento se il treno va in tilt o se si è verificato un imprevisto lungo il percorso. Lo sanno bene i pendolari brianzoli che un giorno sì e l’altro pure devono fare i conti con i posti a sedere che non sono mai sufficienti, le carrozze poco accoglienti e anche dei ritardi. In questo caso i ritardi non sono di pochi minuti, ma è un primo passo. Il consiglio regionale ha infatti approvato all’unanimità nella seduta dell’1 aprile una mozione del movimento 5 Stelle con cui si chiede alla giunta lombarda «di intervenire presso Trenord per provvedere all’immediato adeguamento delle condizioni generali di contratto di trasporto e indennità per i disservizi dovuti a cause di forza maggiore». La Corte di Giustizia europea ha infatti reso obbligatoria il rimborso del ritardo del treno anche per «cause di forza maggiore» con indennizzi da corrispondere pari al 25% del prezzo pagato in caso di ritardo tra i 60 e i 119 minuti, e al 50% in caso di ritardo superiore alle due ore.
Ritardi e rimborsi ai viaggiatori La Lombardia ci prova con Trenord
Il consiglio regionale della Lombardia ha chiesto a Trenord di adeguarsi alla decisione presa della Corte di Giustizia Europea di rimborsare i viaggiatori dei treni in ritardo di un’ora anche «per cause di forza maggiore».
