La data del referendum con cui i cittadini potranno confermare o bocciare la riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere dei pubblici ministeri e dei giudici approvata in Parlamento dal centrodestra non c’è ancora, ma il comitato monzese per il Sì si prepara a scaldare i motori. Lunedì 24 novembre ha fatto la sua prima uscita il gruppo formato da alcuni professionisti, pronti ad avviare la campagna elettorale non appena sarà comunicato il giorno della consultazione che, presumibilmente, si svolgerà tra la fine di marzo e l’inizio di aprile.
Riforma della giustizia: Comitato monzese per il Sì, realtà apartitica col supporto dell’avvocato Della Valle
«Siamo una realtà apartitica: tra noi non ci sono solo avvocati e giuristi perché intendiamo parlare a tutti, non solamente ai tecnici – ha spiegato il portavoce Marco Meloro – vogliamo rendere facile un argomento che appare ostico, far capire che la questione riguarda ogni cittadino perché tutti potrebbero avere a che fare con la giustizia».
I promotori, che organizzeranno alcuni incontri a Monza e in altri Comuni e distribuiranno volantini, possono contare sul supporto dell’avvocato Raffaele Della Valle, componente del comitato nazionale: «Questa è una riforma necessaria – ha affermato lunedì – in quanto completa quella introdotta nel 1988 dal codice Vassalli e quella del giusto processo del 1999. Non capisco perché la magistratura abbia preso una posizione così intransigente: mi auguro che torni a collaborare con noi in quanto la giustizia non è né di destra né di sinistra».
Riforma della giustizia: Comitato monzese per il Sì, perché separare le carriere
«La separazione delle carriere è pensata per migliorare la giustizia, nell’interesse del cittadino – ha precisato Maurizio Boifava – se sarà confermata dal voto chi accusa farà sempre quello, così come chi giudica» senza poter passare da una funzione all’altra, cosa che peraltro accade raramente.
La legge varata dal Parlamento prevede la codifica di due carriere divise a cui si accederà con concorsi differenti, la creazione di due Csm e la istituzione di una Alta corte di giustizia. Boivafa ha provato a rassicurare chi teme che le modifiche possano mettere a rischio l’indipendenza dei magistrati: «Non cambierà nulla – ha detto – in quanto rimarranno autonomi e indipendenti dagli altri poteri. La separazione, del resto, esiste in molti paesi occidentali».
Le innovazioni, secondo Della Valle, dovrebbero limitare il ruolo esercitato tra i giudici dalle correnti politiche: «Il sistema oggi non funziona – ha commentato – mi domando perché non provare a cambiarlo».
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, Giambattista Pini e Maurizio De Ponti.