Riflessione dopo l’attacco nella conferenza online: «La Rete deve essere un posto sicuro e tutelato»

Dopo l’attacco hacker che lo ha colpito lo scorso venerdì durante un incontro online in collegamento con una scuola, Raffaele Mantegazza, docente di pedagogia generale e sociale, chiede “risposte legislative e non solo tecniche, la Rete deve essere un posto sicuro e tutelato”.
Una postazione diventata familiare con l’emergenza coronavirus
Una postazione diventata familiare con l’emergenza coronavirus

Dopo l’attacco hacker che ha colpito lo scorso venerdì Raffaele Mantegazza, docente di pedagogia generale e sociale, mentre era impegnato in una serie di incontri online dedicati al Giorno della memoria con i ragazzi delle scuole superiori di Cinisello Balsamo, il diretto interessato ha continuato a parlare di quanto successo, utilizzando proprio la piattaforma social di Facebook.

«Un bombing in rete è un attacco squadrista – ha detto il docente, da anni impegnato a portare nelle scuole le tematiche legate alla Shoah – Viola la libertà di discussione e di associazione. Non mette in pericolo l’incolumità fisica dei partecipanti ma è una intollerabile violenza morale che dà il potere di veto e di interruzione a una minoranza violenta. La Rete deve essere un posto sicuro e tutelato, esattamente come la sede di una riunione o di una conferenza pubblica».

Ed era stata proprio la violazione di un momento organizzato dal Comune di Cinisello in collaborazione con le scuole della città, all’interno della scuola, a lasciare sgomento il relatore, interrotto fin dai primissimi momenti dell’incontro, che si sarebbe dovuto svolgere alla presenza di studenti di terza superiore.

«Occorrono risposte legislative – precisa Mantegazza – non solo tecniche. La chiusura delle porte virtuali, le liste di iscrizione sono strumenti utili ma solo palliativi vista l’abilità degli aggressori. Non è più tollerabile questa violenza vile e meschina».

Una presa di posizione chiara e risoluta che ha trovato l’appoggio di centinaia di sostenitori.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.