Regione, il consiglio vota il referendum per una Lombardia più autonoma

Il referendum sull’autonomia della Lombardia approda in consiglio regionale per il voto. Martedì 17 febbraio è la data: la proposta è di chiedere ai lombardi di votare la richiesta di maggiori autonomia per la Regione. Fari sull’M5S, Pd contrario.
Regione, il consiglio vota il referendum per una Lombardia più autonoma

Il referendum sull’autonomia della Lombardia approda in consiglio regionale per il voto. Martedì 17 febbraio è la data: la proposta è di chiedere ai lombardi di votare la richiesta di maggiori autonomia per la Regione, secondo l’articolo 116 della Costituzione. I fari sono puntati sui consiglieri del Movimento 5 Stelle, che potrebbero votare a favore e dare quindi la maggioranza alla votazione. L’M5S ha ottenuto infatti l’adozione del voto elettronico, in caso si dovesse votare il referendum. In primavera oppure in autunno.

LA STORIA




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«La maggioranza, con tutte le sue componenti, dimostrerà ancora una volta di avere idee chiare e unità di intenti – ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni – Il voto è un passaggio importante per il futuro della nostra Regione, per questo auspico che anche l’opposizione voti a favore, un appello che rivolgo al Pd e al Patto Civico, oltre che al Movimento 5 Stelle sul cui voto a favore non ho dubbi».

Il Partito democratico ha invece già annunciato che non voterà a favore. «Questo è un referendum che serve a Maroni e alla Lega, non certo alla Lombardia», ha commentato in una nota il capogruppo del Pd, il vimercatese Enrico Brambilla.

«Maroni ha bisogno per tentare di dare un senso alla legislatura regionale che finora non ha prodotto granché, e anche per affermare la propria idea di centrodestra con FI e Ncd rispetto a quella che ha in mente Salvini. Il referendum – conclude Brambilla – è solo un’operazione politica e sorprende che i consiglieri del Movimento 5 stelle si prestino a questo gioco. Se il loro voto sarà favorevole di fatto entreranno in maggioranza. A questo punto tanto vale che tolgano la maschera e chiedano a Maroni un assessore».