“Quelli della notte” e non solo: 60 anni di ricordi di Silvia Annichiarico in un libro

L’editore Sagoma di Vimercate pubblica “Ma la notte... sì”, sessant’anni di ricordi di Silvia Annichiarico tra il cabaret milanese, “Quelli della notte”, Rivera e Panatta, Mia Martini e mille scorribande sotto la luna.
Silvia Annichiarico
Silvia Annichiarico

«Silvia Annichiarico è stata la mia Milano: è stata lei che l’ha fatta conoscere a me, terrone, con tutti i pregiudizi che potevo avere. E invece con lei ho conosciuto quella col cuore in mano». Con tanto di nervetti con la cipolla, “nervitt con la scigula” dice Renzo Arbore con l’accento di Napoli, il piatto che ha imparato ad amare grazie alla cantante, attrice e conduttrice radiofonica milanese protagonista tra l’altro del celebre e dirompente programma televisivo “Quelli della notte”.

È lei a firmare per la casa editrice Sagoma di Vimercate “Ma la notte… sì”, titolo che gioca proprio con la sigla della trasmissione che ha fatto storia durando un solo anno: il 1985. Là dentro ogni sera c’era Arbore e con lui tranne Annichiarico e Giorgio Bracardi, «quaranta facce del tutto nuove che ogni sera improvvisavano uno spettacolo senza capo né coda», ricorda oggi proprio il co-conduttore di “Alto gradimento” in radio. Nino Frassica, Maurizio Ferrini, Andy Luotto, Riccardo Pazzaglia, Marisa Laurito, Simona Marchini, Roberto D’Agostino, Mauro Chiari, Gegè Telesforo, Sal Genovese, Stefano Palatresi, Gianni Mazza, tra gli altri. E, appunto, Silvia Annichiarico, “Silviotta”, come la chiama ancora Arbore: «Lui mi definisce intraprendente – dice l’attrice – perché non vuol dire rompiscatole». Ma, soprattutto, inarrestabile, con quel sorriso naturale che – racconta lei stessa – le ha spesso salvato la vita.

“Quelli della notte” e non solo: 60 anni di ricordi di Silvia Annichiarico in un libro
La copertina di “Ma la notte… sì!”

“Ma la notte… sì” sono 240 pagine di ricordi, aneddoti, fenomeni, piccole e grandi follie, un’antologia di persone e personaggi che l’autrice (che ha scritto il libro con la giornalista Gabriella Mancini), ha incrociato soprattutto nelle tante notti del mondo dello spettacolo. Ci sono Mina e Celentano e c’è ovviamente Renzo Arbore e tutto il clan di “Quelli della notte”, ci sono i protagonisti del cabaret milanese, come Jannacci, Cochi e Renato, Gaber, il ragazzini Abatantuono, ma anche Gianni Rivera, i Beatles e Berlusconi, Craxi di quella Milano che era tutta da bere, Verdone e Mia Martini per cui faceva i cori, Adriano Panatta, in una vasta carrellata di sketch di vita reale raccontati e ricordati senza alcuna pruderie. «Sono senza vergogna» dice lei sorridendo, d’altra parte.

Come quando ricorda quella notte che… si è trovata nel superattico del boss della mala Angelo Epaminonda. Via Silva 10, Milano. Lei l’aveva incrociato una sera tempo prima: “È elegante, galante, colto, ama recitare “A Livella di Totò, scrive poesie, va dal parrucchiere Rolando in centro, frequenta la Milano bene, ha un ufficio in via Maestri Campionesi, una villa a Portofino, vicino a quella di Craxi e al Covo di Nord Est”. Una volta gli chiede chi sia la moglie e Annichiarico scopre che la moglie, nonché ex donna di vita, scrive, è stata un’amica di infanzia. “Io sono la ragazza che giocava con la tua futura moglie sul marciapiede dagli 11 ai 18 anni, poi l’ho persa di vista” dice allora all’uomo che scoprirà più tardi essere “il sovrano della mala milanese con un impero di droga, prostituzione e bische”. Poi lei inizia a fare nel 1981 il programma “24 piste”, su Primarete Indipendente, diretta da Maurizio Costanzo. E lui inizia a guardare la trasmissione. E a chiamare a casa dell’ex compagna di giochi della moglie.

“Quelli della notte” e non solo: 60 anni di ricordi di Silvia Annichiarico in un libro
La copertina di “Ma la notte… sì!”

Silvia Annichiarico – “la più famosa tra i meno famosi”, come recita il sottotitolo – affresca per ricordi sessant’anni di storia italiana visti da vicino: con gli occhi di chi ha iniziato al lavorare in Rai minorenne, è stata vocalist nel coro “4+4” di Paola e Nora Orlandi, che ha incrociato Arbore per la prima volta nel 1969 per diventare poi sua inviata per “L’Altra domenica” nel 1977.

Poco dopo quella volta in cui era con Johnny Dorelli in Sicilia e al tavolo vengono avvicinati da “un tipo bassino, sorridente, con camicia bianca sbottonata e cachemerino blu sulle spalle. Si avvicina alla nostra tavolata fragorosa e con tono elegante si rivolge a Johnny: “Mi consenta, signor Dorelli, posso presentarmi?”. Italia 1, Canale 5 e Rete 4 erano ancora lontane, Berlusconi stava iniziando a costruire Milano 2 e parlava di una futura televisione e da allora, Annichiarico, si porta una domanda: cosa se ne faceva di tutti quei phon sulla barca?