Pronto chi truffa? Estate all’erta: «Diffidenza e 112 per cautelarsi»

La Questura mette in allerta dalle truffe telefoniche. Perché chi ci prova non va in vacanza e anzi può approfittare dell'estate.
Uomo alle prese con uno smartphone - Foto it.freepik.com
Uomo alle prese con uno smartphone – Foto it.freepik.com

Purtroppo l’unico consiglio che funziona, in questi casi, è essere sempre diffidenti. Lo ricorda anche la Questura. Si parla di truffe telefoniche. I malintenzionati non vanno mai in vacanza, Anzi, d’estate, con gli anziani, le persone più vulnerabili, l’obiettivo primario, magari a casa soli, senza figli, partiti per le vacanze, gli “attacchi” si fanno ancora più frequenti.

Pronto chi truffa? Estate all’erta: il modus operandi dei truffatori

Dalle denunce ricevute dalla Questura è possibile per la polizia ricostruire il modus operandi dei truffatori. E allora, meglio non rispondere, o riattaccare, in caso di telefonate provenienti da un numero anonimo, primo particolare da tenere a mente, e non da uno “ufficiale” riferibile a un ente pubblico o a Forze dell’ordine. Quello che ci si dovrebbe attendere, visto che l’interlocutore si presenta spesso come un carabiniere o un agente. O come direttore delle Poste o impiegato di una banca. O avvocato. In comune c’è sempre una storia del tutto inventata, ma realistica, che ha come protagonista un familiare o un caro amico della vittima designata. L’idea è colpire nel vivo i sentimenti, non dare scampo: la trama racconta di un congiunto o di un amico che ha avuto un grave incidente, oppure è stato arrestato. E l’obiettivo è spillare denaro o gioielli per ”pagare cure mediche costose” e ovviamente salvavita, oppure spese legali per “farlo uscire subito dal carcere”.

Pronto chi truffa? Estate all’erta: per cosa insospettirsi, chiamare il 112

È capitato tuttavia che i numeri apparsi sul telefono fossero veramente quelli ufficiali, – quindi di servizi di emergenza, Questure o Comandi dei Carabinieri, Guardia di Finanza o Polizia locale, o anche da istituti bancari o postali – ma creati con artifici informatici, in maniera fraudolenta. E in quel caso difendersi diventa più ostico.
Spesso, poi, i malviventi tengono occupate tutte le linee telefoniche della vittima per non consentirle di chiamare familiari o amici o le Forze dell’Ordine.
Per questo, oltre a non dare confidenza a sconosciuti, è importante interrompere subito la chiamata sospetta e chiamare i 112.
E poi evitare di aprire la porta di casa a persone sconosciute che dicono di essere venute a ritirare il denaro per aiutare il la persona cara in pericolo.
Forze dell’Ordine ed Enti Pubblici non richiederanno mai, in nessun caso, il pagamento di somme di denaro per sbloccare pacchi o consegne, per assicurare un trattamento medico immediato o per liberazioni di persone arrestate o come risarcimento per incidenti stradali o per aiutare una persona in difficoltà” ricordano dalla Questura.

L'autore

Classe 1971, faccio il giornalista dal secolo scorso, da fresco universitario. Sempre fedele al Cittadino, sono stato prima collaboratore locale, poi, da assunto, praticante e infine professionista, dal 2008. Le mie passioni? La cronaca nera e le storie (belle) delle persone. Ma anche lo sport, il rosso (Ferrari e Ducati), il verde dei campi da calcio e l’arancione di quelli da tennis (e del pallone da basket). E poi le serie tv, i libri di Simenon e una pedalata al parco, di Monza naturalmente.