“Porta la tazza”, piace anche a Monza l’iniziativa ambientalista per produrre meno rifiuti con l’asporto al bar

Con l’asporto vengono prodotti troppi rifiuti tra bicchierini monouso per caffè e cappuccini. Un bar di Monza ha condiviso l’iniziativa di un collega torinese per promuovere l’utilizzo di tazze personali e riutilizzabili.
Monza bar iniziativa Porta la tazza
Monza bar iniziativa Porta la tazza

L’idea è venuta alla titolare di un bar di Villarbasse, in provincia di Torino che fuori dal suo locale ha affisso questo avviso: “Porta la tua tazza, con l’asporto stiamo producendo troppi rifiuti”. Ai clienti è piaciuta l’iniziativa, al web ancora di più. Dopo aver postato la foto del cartello anche sui social, altri hanno voluto imitare l’iniziativa.

Come Mario Colombo, titolare del bar Caffè & caffè di via Passerini, a Monza. «Nel week end ho visto sui social questa idea, mi è piaciuta subito e lunedì 19 aprile, quando abbiamo riaperto il locale, ho lanciato anch’io la stessa proposta ai nostri clienti», racconta. E stando ai like già raccolti sulle pagine Facebook e Instagram del bar pare che l’iniziativa piaccia anche alla clientela monzese.

«Da quando lavoriamo solo con l’asporto produciamo ogni giorno almeno tre sacchi solo di bicchierini da caffè e bicchieri per il cappuccino monouso, davvero troppi. Perché allora non proporre ai clienti di portarsi la propria tazza o tazzina da casa, è un modo per salvaguardare l’ambiente ma anche per rendere più intimo e famigliare il rito del caffè e della colazione – continua Colombo – L’idea mi piace davvero tanto e penso che continuerò a proporla ai clienti anche quando sarà possibile riaprire di nuovo il locale facendo accomodare i clienti al tavolo».

Ad apprezzare l’iniziativa sono soprattutto i più giovani, quelli che già da tempo si presentano di buon mattino al bar di Mario Colombo per farsi riempire il proprio termos, da portare poi direttamente al lavoro.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.