Pedemontana: l’autorità anticorruzione contesta il boom dei costi della tratta A

I costi della tratta A di Pedemontana sono cresciuti del 47 percento: è il motivo per cui l’autorità nazionale anticorruzione contesta in una relazione la correttezza della gara d’appalto.
Pedemontana: l’autorità anticorruzione contesta il boom dei costi della tratta A

Nuova tegola sulla Pedemontana. E questa volta arriva direttamente dall’Autorità nazionale anticorruzione, che contesta in una relazione l’aumento dei costi del 47 percento rispetto al contratto della tratta A, quella che va dall’autostrada A8 Milano-Varese,a Cassano Magnago, fino all’A9 Milano-Como, a Lomazzo. Nella relazione l’autorità presieduta da Raffaele Cantone, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, sostiene che nei fatti è stata falsata in questo modo la gara, penalizzando gli altri concorrenti, dal momento che gli appalti vengono assegnati al prezzo più vantaggioso. In questo caso, invece, i costi dei lavori appaltati al gruppo Rti Impregilo sono lievitati con un paio di variazioni in corso d’opera di oltre 296 milioni di euro.

Il quotidiano riporta un passo della relazione in cui si legge che «la fattispecie riscontrata, in virtù del principio di invarianza delle condizioni negoziali, si traduce in una oggettiva alterazione della parità di condizione dei concorrenti e viola il principio di certezza delle situazioni giuridiche sotteso alla immodificabilità della lex specialis; contrariamente il bando di gara perderebbe la sua forza cogente per i soggetti partecipanti, ai quali non è dato interpretare e precisare il senso e la portata di quei parametri di gara la cui immutabilità è posta a garanzia di tutti indistintamente i partecipanti». Traduzione: secondo l’autorità dopo la gara sono stati modificati nei fatti i criteri, quindi non c’è stata parità in partenza tra chi ha partecipato.