Pedemontana, cantieri in ritardo per un ricorso al Tar. Il dg Sambo: «Ma si farà». Monti (Lega): «Sindaci e cittadini la vogliono»

Incontro a Palazzo Lombardia tra i consiglieri regionali della commissione Territorio e infrastrutture e il direttore generale di Pedemontana, che ha illustrato tempi e modalità di completamento dell’opera. Non convincendo le opposizioni.
Il percorso di Pedemontana, da progetto, tra Lesmo e Vimercate
Il percorso di Pedemontana, da progetto, tra Lesmo e Vimercate

Un ricorso al Tar che pende come una spada di Damocle sui lavori, cantieri da aprire al più presto, obiettivo fissato: tutto finito entro le Olimpiadi invernali del 2026. Sono questi i punti salienti che il direttore generale di Autostrada Pedemontana Lombarda (Apl), Giuseppe Sambo, ha snocciolato durante un’audizione davanti alla commissione Territorio del Consiglio regionale della Lombardia, presieduta dal vice presidente Andrea Monti (Lega).

A sorprendere è stato l’annuncio del ricorso al Tar avanzato dall’azienda arrivata seconda nella gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori per la realizzazione tratta B2 (da Lentate sul Seveso a Cesano Maderno)di Pedemontana L’assegnazione provvisoria dei lavori al consorzio We Built/Pizzarotti dovrebbe tramutarsi in definitiva entro tre mesi. «Se il Tar confermerà la decisione respingendo il ricorso avanzato da un’azienda, l’aggiudicataria avrà poi 10 mesi di tempo per procedere alla progettazione esecutiva e all’apertura del cantiere che da cronoprogramma durerà mille giorni» ha detto il manager. L’importo a base d’asta per le due tratte B2 fino a Cesano e C fino a Vimercate è di 1,4 miliardi di euro.

La tratta da Lentate a Cesano Maderno sarà lunga 9,5 km di cui 4,5 in trincea, 3 in galleria e 2 a raso. Le corsie per senso di marcia saranno due oltre a quella di emergenza da Lentate a Meda e tre da Meda e Cesano. Verranno sostituiti 7 cavalcavia e 10 ponti e verranno realizzate 5 gallerie artificiali. La sede stradale sarà allargata e il tracciato sarà rettificato ampliando il raggio delle curve attuali. «Tutto ciò – ha precisato Sambo – senza interrompere il traffico sulla Milano-Meda, sulla quale Pedemontana insisterà, neppure per un giorno. La tratta verrà aperta a step successivi mano a mano che i lavori avanzeranno. L’introduzione del pedaggio con il sistema free flow senza caselli già attivo sulla tratta A, avverrà solo a completamento dell’opera con l’innesto della Tangenziale Est di Milano (A51) all’altezza di Vimercate». I disagi «ci saranno, è inevitabile per opere di questo genere» ha spiegato poi, ancora, Sambo.

Rispondendo poi alle domande di diversi membri della commissione, Sambo ha confermato che il progetto ha ottenuto la valutazione di impatto ambientale e che l’area di cantiere sarà limitata all’attuale sedime della superstrada Milano-Meda con un impatto minimo sul territorio circostante. Il campo base sarà collocato a Lazzate dove già si trova l’area di cantiere di Pedemontana senza ulteriore consumo di suolo. Per quanto riguarda la diossina, Sambo ha precisato che lo scavo nella zona interessata sarà limitato a 40mila metri cubi e verranno prese tutte le precauzioni «per evitare la dispersione nell’ambiente di eventuali inquinanti».

Qui Sambo ha replicato alle richieste di chiarimenti dei consiglieri di opposizione. In particolare, Gigi Ponti aveva chiesto cosa si intenda fare per mitigare l’impatto dell’opera con l’ambiente circostante nel tratto Meda/Seveso nella zona del Bosco delle Querce e se siano state prese «le adeguate precauzioni per le attività di movimento terra nella zona interessata all’inquinamento da diossina». Ha inoltre sollecitato la società Pedemontana a prendere in considerazione le richieste di modifica al progetto avanzate dalle associazioni ambientaliste. «Il confronto, che deve coinvolgere i sindaci, deve valutare le nostre proposte, in particolare quelle formulate da Arturo Lanzani, ordinario di Pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano» ha chiosato il consigliere Pd.

Nette le prese di posizione della politica. Per la Lega l’opera si deve fare, punto e basta. Lo ha ribadito, in una nota, il vicecapogruppo del Carroccio in Regione, Andrea Monti: «Sono soddisfatto dal progetto che ci è stato illustrato dal dottor Sambo in quanto abbiamo ricevuto garanzie che la cantierizzazione di questa infrastruttura avrà un ridotto impatto sul traffico; in corso di opera, ad esempio, non verrà limitata la modalità di percorrenza nei due sensi; l’apertura di Pedemontana avverrà step by step, vale a dire a mano a mano che ogni nuovo tratto verrà realizzato, per non penalizzare in alcun modo il traffico. Infine, ed è questo uno degli elementi più importanti, i tratti autostradali C e B2 procederanno in parallelo e solo alla loro completa apertura verrà attivato il pedaggio». E poi Monti dice una bugia: «Quanto alle problematiche sollevate dai consiglieri del Partito democratico – ha proseguito Monti – modificare il progetto oggi equivale a decidere di non farlo almeno per i prossimi venti anni. Se questa è la posizione del Pd ne prendiamo atto ma registriamo che i cittadini e i sindaci del territorio si sono sempre espressi in favore della realizzazione dell’opera dopo decenni di attesa. Inaugurare le due tratte entro i primi mesi del 2026 è un obiettivo possibile. Noi – ha concluso Monti – siamo per fare le cose, non per bloccarle». Gran parte dei sindaci del territorio, con i relativi cittadini, ha infatti bocciato il progetto e ne chiede almeno una profonda revisione e semplificazione.

Contrari, oltre al Pd, anche i consiglieri del M5S: «L’odierna audizione conferma la volontà di Pedemontana di non voler modificare l’opera. Al netto delle criticità emerse, la società è rimasta ferma sulle proprie posizioni. Una visione fuori dalla realtà, che non si cura delle esigenze del territorio, dell’ambiente, della cittadinanza e dei suoi rappresentanti. Andranno avanti a scavare miopi come delle talpe, speriamo che non facciano crollare tutta la Brianza» così il portavoce del Movimento, Marco Fumagalli.