Non sarà solo il parco cintato più grande d’Europa, ma anche il più cardioprotetto. Dalla prossima settimana passano da cinque ad otto le colonnine dotate di defibrillatore semiautomatico nel parco di Monza. Continua l’impegno della onlus Brianza per il Cuore che negli anni ha portato i Dae a Monza, nelle strade e nei luoghi più frequentati, nelle scuole, nei centri sportivi.
Nel centro di Monza è presente un defibrillatore in stazione (più volte vittima dei vandali), in piazza Trento e Trieste, in area Cambiaghi, in largo Mazzini, al cimitero, in piazza Carrobiolo, a San Fruttuoso e al polo scolastico di via Pelletier.
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Non poteva mancare l’attenzione al parco che – secondo dati di diversi anni – è il secondo bene storico più visitato d’Italia dopo il Colosseo. Sono già cinque le postazioni attive: oltre al defibrillatore di Porta Monza, utilizzato per il soccorso di sabato, ci sono apparecchi semiautomatici alla Porta di Villasanta, in Villa Mirabello, a Cascina del sole, al chiosco della Montagnetta di Vedano. A questi già presenti si aggiungeranno nei prossimi giorni tre nuovi defibrillatori. Uno sarà posizionato nei pressi dell’Orangerie, uno all’azienda agricola dei Mulini di San Giorgio e uno all’ostello di Cascina Costa Alta a Biassono.
«È importante una copertura del parco di Monza che è sempre più frequentato ed è diventata una vera palestra a cielo aperto – commenta Laura Colombo Vago, presidente della onlus – dai dati forniti da Areu Lombardia risulta infatti che ci sono tantissime richieste di soccorso per malori ed arresti cardiaci avvenuti all’interno del parco».
L’impegno della onlus è grande, ma i costi per l’acquisto, l’installazione e soprattutto la manutenzione degli apparecchi è molto elevato.
«Da soli non ce la facciamo a portare avanti un impegno che dura da anni e si moltiplica per il numero di defibrillatori installati che è sempre più elevato – prosegue la presidente – ecco perché stiamo cercando sponsor che ci aiutino nella manutenzione degli apparecchi».
I soli Dae all’interno del Parco hanno un costo di gestione di 2.500 euro per coprire gli interventi tecnici e di risettaggio ogni volta che vengono utilizzati. Da qui l’idea di applicare una targa con il nome dell’azienda, dell’ente del club di servizio che si impegnerà a coprire i costi di manutenzione. BpC è impegnata nella prevenzione e nei corsi di manovre salvavita aperti alla cittadinanza. Perché – come recita il loro motto – “salvare una vita è una corsa contro il tempo”.
La cronaca. Defibrillatore decisivo proprio nell’ultimo caso di malore al parco, sabato scorso. È ancora ricoverato in prognosi riservata presso l’unità di terapia intensiva cardiochirurgica del San Gerardo l’uomo di 35 anni colto da arresto cardiaco mentre stava facendo jogging nel parco in compagnia della fidanzata. Le fonti ufficiali dell’ospedale non sciolgono la prognosi, ma fonti interne sono già molto più ottimiste sulle condizioni.
Se il runner di Ronco Briantino avrà salva la vita deve ringraziare la presenza all’interno del parco delle cinque colonnine di defibrillatori semiautomatici. Il ringraziamento più grande però dovrà andare alla prontezza di spirito e alla preparazione un ragazzo in bicicletta e di una coppia a passeggio nel parco che hanno visto l’uomo accasciarsi a terra e hanno subito saputo cosa fare.
Il malore aveva colto il runner lungo viale Cavriga, poco dopo le 11, all’altezza della svolta verso Cascina del sole. Il ragazzo in bicicletta aveva chiamato i soccorsi correndo a prendere il defibrillatore più vicino, quello all’ingresso del parco, a Porta Monza. Nel frattempo una coppia a piedi – secondo il racconto dei testimoni – aveva iniziato a effettuare le manovre salvavita. «Un massaggio cardiaco effettuato alla perfezione – spiega Laura Colombo Vago, presidente di Brianza per il cuore – da manuale, per usare le parole del medico rianimatore che ha preso in consegna il paziente una volta giunto in ospedale».
Nel frattempo sul posto erano arrivati anche i soccorsi. Soreu Metropolitana, dopo la richiesta di soccorso, aveva attivato ambulanza, automedica ed elisoccorso, ma anche l’intervento dei carabinieri che hanno in dotazione il defibrillatore sulle pattuglie. All’arrivo dei soccorsi l’uomo stava già respirando autonomamente ed è stato trasportato in codice rosso in ospedale.
«Una storia a lieto fine – commenta Laura Colombo – che dimostra un’ottima gestione del tempo. Di quei cinque minuti salvavita che possono cambiare il destino di un uomo. Non sappiamo se le persone che hanno effettuato le manovre respiratorie avessero seguito uno dei tanti corsi che continuiamo ad offrire alla popolazione, ma di certo hanno fatto un ottimo lavoro».
Il defibrillatore utilizzato per il soccorso è stato quindi portato nella sede della onlus per essere resettato e di nuovo riposto nella propria teca.