Monzini (Usb): «La visita ai vigili del fuoco di Seregno è stata solo demagogia politica»

Il rappresentante sindacale critica la sortita al distaccamento di Seregno di Giuseppe Azzarello (Forza Italia) e Samantha Baldo (FdI): «Non si è trattato di un tentativo di risolvere i problemi dei lavoratori, ma in un attacco politico all’amministrazione in carica».
I vigili del fuoco al lavoro in città in un'immagine di archivio
I vigili del fuoco al lavoro in città in un’immagine di archivio Paolo Colzani

Durissima presa di posizione dell’Unione Sindacale di Base dei Vigili del fuoco in merito alla visita compiuta mercoledì 3 febbraio al distaccamento di Seregno da Giuseppe Azzarello di Forza Italia e Samantha Baldo, presidente del circolo locale di Fratelli d’Italia. «Si è trattato di un becero utilizzo della demagogia politica -ha commentato Enrico Monzini, componente del coordinamento regionale e di quello provinciale dell’Usb-, che non esito a definire ignobile ed offensivo. Ho chiesto spiegazioni su chi avesse autorizzato l’ingresso al comandante provinciale Claudio Giacalone, che non era al corrente di nulla».

«Un distaccamento dei Vigili del fuoco – aggiunge – non è un supermercato, ma una sede di servizio, e l’accaduto è tanto più inconcepibile nell’attuale momento di pandemia. Fossi stato presente, avrei invitato queste persone ad andarsene e, se non l’avessero fatto, avrei chiamato i carabinieri per farle allontanare». E non basta: «Sono stati saltati tutti i passaggi necessari ad ottenere l’autorizzazione ad accedere e, come detto, la visita si è tradotta non in un tentativo di risolvere i problemi dei lavoratori, ma in un attacco politico all’amministrazione in carica. Lo affermo prescindendo dalla collocazione politica dell’autore di questo attacco e da quella della amministrazione. Sarebbe stato sicuramente preferibile concordare il tutto con il comando e con le organizzazioni sindacali, aprendo magari un tavolo finalizzato alla soluzione delle difficoltà che esistono. Ma così non è stato».

La chiosa è stata esplicita: «Sappiamo che il confronto con la politica è necessario e può solo portare benefici, ma deve essere finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo del bene dei lavoratori e non a quello di un interesse personale o del consenso popolare. Ho perciò scritto una lettera al comandante Giacalone, domandando quali provvedimenti intenda adottare, affinché in futuro non si ripetano situazioni imbarazzanti di questo tipo».