Il ritrovamento di «sostanze inquinanti» e di «rifiuti ad alto coefficiente di tossicità» – ma «non radioattivi» – scombina, almeno per ora, tutti i progetti previsti sui due terreni di via Marelli confiscati alle mafie un anno e mezzo fa, e poi acquisiti dal Comune di Monza.
Monza: «Rifiuti altamente tossici» nel terreno confiscato alle mafie, l’assessore Moccia
Lo spiega l’assessore con deleghe alla Legalità e all’Antimafia del Comune di Monza, Ambrogio Moccia: «Le analisi hanno confermato la presenza di infiltrazioni tossiche di vario genere. Questo vuol dire che non solo le operazioni di bonifica saranno molto più lunghe e onerose del previsto, tanto che stiamo dialogando con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Ansbc) per capire se sia possibile suddividere quelle che saranno le spese per l’intervento, ancora non quantificabili. Vuol dire anche che torna in discussione l’effettiva realizzabilità dei progetti a cui si stava lavorando», cioè «la realizzazione di alloggi per persone in condizioni di fragilità e quella di uno spazio interattivo da dedicare all’educazione alla legalità».
Monza: «Rifiuti altamente tossici» nel terreno confiscato alle mafie, era risultato idoneo per essere riconvertito
I due terreni, tra loro confinanti, si trovano a San Fruttuoso e per Monza costituiscono la prima iscrizione, nelle disponibilità del proprio patrimonio, di un bene proveniente da una confisca alla criminalità organizzata: poco meno di tremila metri quadri oltre il cimitero e nell’estrema periferia del quartiere – a poca distanza dall’area in cui nel 2012, tre anni dopo la sua scomparsa, sono stati rinvenuti i resti della testimone di giustizia Lea Garofalo, uccisa dall’ndrangheta che aveva cercato di occultarne il corpo. Un’area poco frequentata, sicuramente non di passaggio, dove piccole cascine più o meno ristrutturate si alternano a terreni e accampamenti di nomadi, tra roulotte e prefabbricati.
Dalle prime verifiche effettuate i terreni, il cui valore era stato stimato in 258mila euro, erano risultati “idonei a essere utilizzati per scopi istituzionali e sociali ovvero economici con il reimpiego dei proventi per finalità sociali”. Lo aveva reso noto la stessa amministrazione in una nota stampa del dicembre 2022, a cui aveva fatto seguito, esattamente dodici mesi dopo, un aggiornamento sulle operazioni di bonifica, per cui il municipio aveva previsto di spendere poco meno di 40mila euro per “rimuovere e trasportare agli impianti di trattamento le macerie edili accumulate nel corso degli anni, i materiali in plastica di diverso tipo, i pannelli coibentati con poliuretano espanso, i resti di infissi in legno e in pvc, i metalli, gli ingombranti di varia natura”.
Monza: «Rifiuti altamente tossici» nel terreno confiscato alle mafie, la bonifica era prevista entro il 28 febbraio
Quantificare la bonifica degli elementi abbandonati in superficie era stato anche piuttosto semplice. La situazione, poi, si deve essere complicata: questi «problemi di carattere ambientale», la cui natura al momento non è stata chiarita, non erano stati messi in conto tanto che, aveva riportato anche il Cittadino a fine dicembre, l’intervento di bonifica si sarebbe dovuto concludere entro il 28 febbraio.