Monza ricorda le vittime dei moti del pane: una targa per i sette morti di Bava Beccaris del 1898

Sette le vittime a Monza dei moti del 1898: cittadini disarmati, tra cui una donna e un bambino, uccisi in piazza San Paolo che la città ricorda ora con una targa. Cerimonia sabato 13 novembre.
Monza Piazza san Paolo
Monza Piazza san Paolo Fabrizio Radaelli

Una targa per ricordare le vittime monzesi delle sollevazioni popolari del 1898, note come “i moti del pane”. Viene inaugurata sabato 13 novembre alle 11 in piazza san Paolo, il luogo dove il 7 maggio 1898 furono uccisi sette cittadini disarmati, tra cui una donna e un bambino: Gerardo Assi (27 anni), Giacomo Castoldi (44 anni), Teresa Meroni (49 anni), Carlo Piatti (20 anni), Antonino Sala (14 anni), Pasquale Vergani (29 anni) e Carlo Villa (18 anni).

Monza ricorda le vittime dei moti del pane: una targa per i sette morti di Bava Beccaris  del 1898
Bava Beccaris

Nel capoluogo lombardo la repressione di coloro che protestavano contro l’aumento del costo del grano – e quindi del pane – decisa dal Regno d’Italia fu ancora più cruenta. I soldati del generale Fiorenzo Bava Beccaris spararono contro le donne, gli uomini, gli anziani e i bambini uccidendo di 80 persone. Monza, insieme a Milano, fu l’unica città lombarda in cui ci furono delle vittime.

L’iniziativa di apporre una targa commemorativa nasce da una mozione promossa come prima firmataria dal consigliere comunale Laura Capra e approvata all’unanimità.

«La città – spiega Laura Capra – finalmente renderà memoria alle sette vittime monzesi dei moti del 1898, cancellate dalla storia e colpevoli solo di aver protestato per l’aumento delle tasse sul grano. Un episodio così grave e sanguinoso non rimarrà più senza ricordo».

Sottolinea il vicesindaco monzese Simone Villa: «I moti furono la risposta popolare all’incapacità del Governo di introdurre riforme in senso democratico e in grado di migliorare la vita delle persone. Dopo oltre 120 anni resta una “lezione” anche per noi. Con questa targa, vogliamo rivolgere un pensiero e una preghiera alle vittime della repressione di Stato di allora e di oggi, ovunque nel mondo»