Per la seconda volta in due settimane dall’esterno hanno tentato di introdurre in carcere a Monza della droga per altrettanti detenuti. In entrambi i casi la “consegna” è stata bloccata dagli agenti della polizia penitenziaria e i due corrieri, due donne, sono state denunciate.
L’ultimo episodio è accaduto martedì nel pomeriggio quando una donna giunta nel reparto colloqui della struttura penitenziaria di via Sanquirico ha tentato di introdurre della sostanza stupefacente destinata al figlio detenuto, un 30enne sudamericano. Il suo atteggiamento sospetto ha indotto gli agenti a controllarla fino alla scoperta dello stupefacente, sottoposto a sequestro.
Soddisfazione è stata espressa da Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: «Agli agenti di Monza andrebbe riconosciuto un adeguato apprezzamento da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria».
Capece critica invece il sistema di sorveglianza dinamica, effettuato cioè con le telecamere, al quale anche il detenuto in questione è sottoposto «con controlli minimi di polizia». Un sistema che «consente ai detenuti di stare molte ore al giorno fuori dalle celle, mischiati tra loro con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria». Secondo Capece andrebbe sospeso «in via precauzionale proprio per i rischi congeniti che essi comportano».