Si è detto “pentito” della sua condotta. Si è sentito come “uno stupido” ad aver agito “in quella maniera”. Ossia aver sottoposto a molestie due suore del convento delle Preziosine di Monza, fatte oggetto di molestie verbali sotto le loro finestre e seguite anche in chiesa, durante le funzioni.
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Si è detto anche particolarmente provato per sue questioni private, il 71enne monzese denunciato per stalking, e raggiunto dalla misura del divieto di avvicinamento alle vittime, due religiose appunto, prese di mira addirittura dal 2018 fino a settembre 2020, con la sola pausa dei mesi di lockdown a primavera.
L’uomo, assistito dall’avvocato Elisabetta Caldarini, ha risposto alle domande del gip Silvia Pansini, una settimana fa, mostrandosi costernato, in merito alle accuse che gli vengono mosse. Neanche lui si sarebbe saputo dare una spiegazione di quella condotta, dichiarandosi disponibile a intraprendere, eventualmente, “un percorso riabilitativo”.
Di sicuro, per le due consorelle prese di mira la situazione con quell’uomo era diventata insostenibile. In orario serale, quasi quotidianamente, il brianzolo si presentava sotto le finestre del convento, e lì fingeva di fare una telefonata al cellulare, parlando ad alta voce. In realtà non c’era alcun interlocutore.
Era solo un pretesto per attirare l’attenzione delle due religiose, che venivano investite da una serie inimmaginabile di volgarità e riferimenti di natura sessuale, sempre simulando una conversazione telefonica. In alcune occasioni non si limitava alle parole, ma passava ai fatti, esibendosi in atti osceni, ovviamente anche in questo caso dopo aver attirato l’attenzione delle due donne alla finestra.
Secondo l’accusa, aveva cominciato a presentarsi in chiesa – lui che era già frequentatore assiduo – alle stesse funzioni in cui era certo di trovare le monache assorte in preghiera. Per parecchio tempo, le suore hanno lasciato correre, sperando, secondo quanto riferito, che il loro persecutore potesse “redimersi”.
In realtà, sono stati i carabinieri di Monza a porre fine a questi fatti, più che un’auspicata redenzione spontanea del settantunenne. La situazione si era fatta talmente pesante che i militari, nel mese di settembre, si sono dovuti appostare all’interno dell’istituto religioso, dopo alcuni sopralluoghi. Durante uno di questi servizi, l’uomo è stato colto sul fatto e identificato. Da allora, le molestie si sono interrotte definitivamente.