Monza, l’alleanza tra le mamme e gli sportivi per tornare a vivere i giardini del Nei

I giardini del Nei sono una delle zone di Monza che più hanno raccontato storie di degrado per cattive frequentazioni non solo alla sera. E allora le mamme che portano i figli a giocare e gli sportivi che praticano il calisthenics si sono alleati per riportartare l’area alla normalità. Spesso raccogliendo insieme i rifiuti.
Monza Kremena Keleva
Monza Kremena Keleva Fabrizio Radaelli

Non è sufficiente né funzionale puntare il dito contro le cose che non vanno, pestare i piedi e lamentarsi. «Ci sembra invece molto più importante e utile rimboccarci le maniche e dare il buon esempio, prendendoci cura di un’area che frequentiamo tutti i giorni»: quando il (buon) senso civico incontra la voglia di fare, possono nascere alleanze inaspettate. Come quella si sta creando tra le mamme che frequentano i giardini del Nei di via Enrico da Monza e i ragazzi che si allenano alla struttura dedicata al calisthenics: due fronti che, uniti, si stanno dando da fare per riportare decoro, pulizia e frequentazioni sane in una delle aree verdi del centro storico che più di tante altre negli ultimi anni si è trovata al centro delle cronache locali per una lunga serie di episodi spiacevoli.

«Non abbiamo ancora un nome – spiega Kremena Keleva, tra le promotrici dell’iniziativa – ma l’intenzione è quella di far nascere una sorta di comitato. Ci siamo stufate di far giocare i nostri figli nella sporcizia».

Per quanto il servizio di igiene urbana da quelle parti abbia sempre fatto il suo, i resti dei pomeriggi e delle sere trascorsi al bivacco puntualmente si trasformano in mozziconi e cocci aguzzi di bottiglie più o meno nascosti tra l’erba e il verde.

Monza, l’alleanza tra le mamme e gli sportivi per tornare a vivere i giardini del Nei
Monza Abhi Abey

«Anche noi che ci alleniamo qui a corpo libero – ha spiegato Abhi Abey, 21 anni – teniamo molto a questi spazi: noi per primi, quindi, ce ne prendiamo cura».
E gli obiettivi sono (almeno) due: non solo dare il buon esempio, ma anche invogliare altri ragazzi ad allenarsi con loro, soprattutto dopo il lungo stop imposto dall’emergenza sanitaria. «Vengo qui da sempre – ha proseguito Abey – Ma quando c’è la struttura per il calisthenics il Nei si è trasformato nella mia seconda casa. All’inizio eravamo un gruppo piuttosto piccolo: con il tempo, poi, siamo cresciuti. Grazie alla spinta di Ignazio Bonfirraro, anche lui sempre qui ad allenarsi, abbiamo deciso di riunirci in una sorta di associazione: l’abbiamo chiamata “Vitruvian Club”. Facciamo esercizi in gruppo, senza mai lasciare indietro nessuno e senza competizione: pazienza e disciplina le nostre linee guida».

Condizioni meteo (e restrizioni sanitarie) permettendo, i ragazzi si trovano tutti i giorni: «Da quando siamo presenti, almeno di giorno le cattive frequentazioni si sono allontanate. Chi volesse allenarsi con noi – ha concluso – non ha che da presentarsi».

Diverse volte le mamme e i ragazzi dediti allo street workout hanno ripulito i giardini insieme: «Potrebbe diventare un appuntamento fisso – ha concluso Keleva – In modo da sensibilizzare anche i nostri figli alla cura e al rispetto dell’ambiente».