Monza, l’addio commosso al “santo della Lambretta”: folla ai funerali di don Gino Restelli e della sorella Virginia

Monza, ha salutato nel pomeriggio di lunedì 15 novembre don Luigi Restelli, 92 anni, per tutti sempre e solo don Gino, e la sorella Virginia, morti a 92 e 94 anni. Folla nella chiesa di San Giacomo e Donato.
don Gino Restelli, parrocchia di San Giacomo e Donato
don Gino Restelli, parrocchia di San Giacomo e Donato

Il quartiere di San Giacomo e Donato, a Monza, ha salutato nel pomeriggio di lunedì 15 novembre don Luigi Restelli, 92 anni, per tutti sempre e solo don Gino, scomparso lo scorso 12 novembre.

Accanto a lui anche la salma della sorella Virginia, mancata a 94 anni il giorno dopo il fratello. Una vita trascorsa insieme, la loro, uniti dall’amore per la preghiera e dalla vocazione sacerdotale di lui. Sempre insieme e anche nel momento del passaggio. Insieme hanno trascorso anche gli ultimi tre anni, entrambi ospiti della residenza Anni azzurri a San Fruttuoso.

In tantissimi hanno voluto partecipare al funerale. Talmente tanti che la chiesa di via Buonarroti non è riuscita a contenere la folla che ha occupato anche gli scalini della parrocchia e il sagrato. Tanti anche i sacerdoti che hanno insieme concelebrato la funzione, presieduta dal vicario episcopale di zona, monsignor Luciano Angaroni, con lui anche l’arciprete, monsignor Silvano Provasi, i sacerdoti della comunità pastorale Santi quattro evangelisti e tutti i preti che negli anni hanno prestato servizio nella comunità pastorale e nella parrocchia di San Giacomo e Donato, e don Augusto Panzeri.

Sull’altare c’era anche don Antonio Novazzi, oggi vicario episcopale della zona settima, che è stato uno dei ragazzi di don Gino all’oratorio di Mediglia, dove è stato vicario parrocchiale. A lui il compito di raccontare don Restelli durante l’omelia, partendo da quell’epiteto con il quale lo ha dipinto: “il santo della Lambretta”.

«Girava il quartiere in sella a quella moto che ha guidato fino a pochi anni fa – raccontano i parrocchiani – Con quella moto andava a trovare i malati, visitava i moribondi, portava cibo e vestiti ai poveri. Ha distribuito tanto bene grazie a quella motocicletta».

La funzione si è aperta con la lettera di saluto inviata dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che ha ricordato l’eccezionalità del rapporto tra fratello e sorella, che hanno vissuto una vita l’uno accanto all’altra, andandosene insieme da questo mondo.

L’affetto del quartiere si è mostrato anche nelle lunghe file di amici e conoscenti che hanno fatto visita alla camera ardente allestita negli spazi dell’oratorio di San Giacomo e Donato.

Don Gino era arrivato a Monza nel 1993 con incarichi parrocchiali. A guidare la parrocchia allora era don Luigi Scotti, già malato. Da subito si è messo a disposizione del parroco e dei bisogni della parrocchia. E da Monza non si è più spostato.

«Lo trovavi sempre in chiesa a pregare e d’estate nel cortile dell’oratorio intento a leggere il Vangelo. Bastava avvicinarsi per trovare un uomo disponibile ad ascoltare o anche solo a fare due chiacchiere. È stato una guida per più di una generazione», ha aggiunto un fedele all’uscita della salma.

Sarah Valtolina

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.