Monza, il comitato Sant’Albino: «Qui serve una zona 30 km più grande»

Il comitato Sant’Albino di Monza chiede al Comune di ampliare il progetto di zona 30 nel quartiere per mettere al sicuro un maggior numero di zone. «Toglierebbe peso al semaforo rosso in viale Industrie».
La mappa realizzata dal comitato
La mappa realizzata dal comitato

Nel quartiere monzese di Sant’Albino è in arrivo la zona 30, l’obbligo di velocità non superiore a 30 chilometri orari per tutti i veicoli. Due le vie interessate, via Alberto da Giussano e via Murri, nelle quali sono previsti interventi per 200.000 euro finanziati dal ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile. Comitato e consulta di quartiere chiedono, però, un ampliamento della zona a bassa velocità per tutelare altre arterie del rione.

«È da anni-spiegano i cittadini- che chiediamo l’istituzione di zone 30 a Sant’Albino con una particolare attenzione per l’uscita della scuola elementare in via Mameli, ma anche in questo caso non siamo stati ascoltati». Nulla da obiettare per la riduzione della velocità nelle due strade designate («utilizzate spesso come scorciatoie da automobilisti di passaggio e invase dalle auto parcheggiate di coloro che si recano negli impianti sportivi»), ma i maggiori problemi si concentrano in via Mameli, «arteria in cui si trovano la piazza, il capolinea del bus, la scuola elementare, la palestra, il circolo e il Centro Civico e che costituisce la porta di ingresso per il traffico esterno».

Con l’istituzione delle zone 30 in via Alberto da Giussano e in via Murri i cittadini temono un effetto boomerang. «Queste sono strade strette nelle quali sono rimasti i pochi negozi e servizi del quartiere – obiettano – Esse sbucano da un lato in via Adda e dall’altro sulla famigerata rotonda a fagiolo. In via Sant’Albino, invece, per via dell’afflusso persistente di veicoli in cerca di una scorciatoia si formano sempre code lunghissime. E questi sono mezzi che non hanno nulla a che fare con il traffico locale e che sono entrati proprio da via Mameli». Una volta operativa la zona 30 i cittadini immaginano già lo scenario: «I veicoli continueranno ad entrare da via Mameli con i soliti rischi per i bambini e i residenti e invece di girare a destra per immettersi in via Alberto da Giussano, svolteranno a sinistra nella strettissima via Marco D’Agrate, dove si trovano negozi, e poi si immetteranno in via Sant’Albino dove hanno sede la farmacia comunale e uno studio veterinario intasando l’uscita dal quartiere e aumentando le code al semaforo con il conseguente aumento dell’inquinamento in viale delle Industrie».

Comitato e consulta chiedono di portare la zona 30 in cinque vie, aggiungendo a quelle già individuate anche le vie Mameli, Marco d’Agrate e Sant’Albino. «In questo modo – sostengono – e con l’istituzione di adeguati sistemi di controllo e di sanzione si creerebbe un deterrente al passaggio di traffico che noi definiamo parassita per il nostro quartiere, calerebbe sensibilmente il numero di auto in uscita da sant’Albino e si ridurrebbe di molto anche il peso del semaforo rosso in viale industrie, che spesso causa code, ripartenze e inquinamento».