Hanno sfidato anche la pioggia giovedì sera i tifosi della “Rossa” per vedere i loro beniamini da vicino, rivolgere loro domande e farsi fare un autografo. È stato il primo incontro ravvicinato in assoluto: organizzato da Sky, è stato chiamato #SFmeets. Non era mai accaduto prima. Forse un (altro) merito di Maurizio Arrivabene, il team principal della Scuderia Ferrari, che ha fatto dei rapporti umani (e della schiettezza) uno dei principi della sua gestione del team.
Appena arrivato ai giardini della Villa Reale ha subito mostrato una maglietta con il suo slogan che ineggia all’umiltà e al lavoro duro, talmente noto che il pubblico l’ha persino scandito a gran voce. Non si è sottratto alle domande della giornalista Sky Federica Masolin che ha condotto l’evento trasmesso in diretta sul canale dedicato della tv a pagamento. Persino domande molto personali, sulla sua vita privata.
Ma l’ovazione si è scatenata ovviamente all’arrivo dei due piloti, Raikkonen prima, straordinariamente loquace alla faccia del suo nomignolo, “ice man”, e poi Sebastian Vettel che ha alternato un po’ di italiano all’inglese d’ordinanza. Anche i due”driver” hanno risposto a tante domande private, dal pubblico e dai telespettatori Sky, sulle loro famiglia e i figli, persino sui loro amori. Gli si può perdonare tutto. Persino che Monza non sia il circuito più amato (Suzuka per Seb, Spa per Kimi). Accanto a loro anche Marc Gené, collaudatore Ferrari e telecronista Sky e Esteban Gutierrez, il terzo pilota della “Rossa”.
Non è mancata la commozione quando una tifosa ha detto a Vettel che il suo sorriso gli ricorda quello di Schumacher. “Seba” si è visibilmente emozionato. Poi il saluto in video di Jean Todt che dice di aver trascorso in Ferrari la parentesi professionale e umana più bella della sua vita, tanto da provare nostalgia di quegli anni meravigliosi.
Il primo a salutare è Arrivabene: promette al pubblico che la Ferrari a Monza (e come sempre) ce la metterà tutta. Poi i due piloti fanno un bagno di folla per autografi e saluti. Firmano cappellini, magliette e caschi tra l’ovazione e le ultime domande del caloroso e «fantastic» pubblico.