Monzesi e brianzoli diffidenti nei confronti del test sierologico. Lo riferisce il presidente del comitato locale della Croce Rossa Italiana Dario Funaro: «Da quando abbiamo iniziato a oggi – spiega – nemmeno il 20% delle persone contattate si è dichiarato favorevole a effettuare il prelievo».
Secondo gli ultimi dati, solo il 17% dei cittadini selezionati ha confermato la propria disponibilità: «Probabilmente, in molti temono di trovarsi a dover affrontare una nuova quarantena – commenta Funaro – eppure si tratta di offrire un servizio al nostro Paese».
Ma c’è anche dell’altro: sono in tanti, infatti, a credere che si tratti di uno scherzo. O di una truffa. Da qui l’appello: «Se doveste essere contattati dal numero 06 5510 – precisa – non è uno stalker e non è una fregatura. Sono i volontari della Croce Rossa che vi chiamano».
«Con un semplice prelievo di sangue, che verifica se hai sviluppato gli anticorpi, puoi fornire a medici e ricercatori nuove informazioni sull’epidemia»: lo precisano dalla sede monzese di via Pacinotti anche sui social, in un post pubblicato settimana scorsa. Lo stesso messaggio è stato rilanciato qualche giorno fa anche dal presidente nazionale di Cri Francesco Rocca. Sono tre i volontari del comitato cittadino impegnati in questi giorni nelle chiamate ai monzesi e brianzoli parte del campione Istat: si cercherà di coinvolgere complessivamente 560 persone – previste quindi 35 chiamate al giorno per 16 giorni, oltre a un’attività di recall.
Trecento invece i volontari Cri impegnati nelle operazioni a livello nazionale: 70 quelli al lavoro per la Lombardia, che cercheranno di raggiungere 28mila tra i residenti della regione più colpita dalla pandemia. 150mila, invece, le persone da coinvolgere a livello nazionale secondo un campione Istat che sarà rappresentativo a livello regionale, in base al sesso, a sei diverse fasce d’età e all’attività economica.