Più che irregolari, le condizioni di conservazione della carne e di altri cibi – secondo quanto riferito dalla polizia locale di Monza – erano potenzialmente dannose per la salute dei clienti. Un motivo più che valido, dopo un primo controllo dei carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni (Nas) di Milano, per chiudere temporaneamente l’attività in attesa di eventuali adeguamenti dei locali. A finire nel mirino della polizia locale e della Ats, una macelleria islamica (oltre che rivendita di generi alimentari e abbigliamento) del quartiere San Rocco.
Il primo controllo, da parte dei carabinieri, era avvenuto lo scorso mese di giugno. I militari del Nas avrebbero appurato che le condizioni del locali erano inidonee all’attività, tanto da segnalare il caso alla Azienda sanitaria. Nei giorni scorsi, tecnici Ats e personale del Comando di via Marsala si sono presentati nell’esercizio decretando al titolare, un egiziano residente in città, il dispositivo di chiusura temporanea oltre che l’invito a pagare cinque verbali per complessivi 15mila euro per varie infrazioni, tra le quali l’esposizione di merce senza etichetta o con diciture non tradotte in lingua italiana.
Il proprietario potrà riaprire l’attività solo se si metterà in regola, sostituendo alcuni arredi e soprattutto le celle frigorifere dove, hanno riferito gli agenti intervenuti, «c’era un po’ di tutto», senza entrare in ulteriori particolari. Il via libera, nel caso, avverrà solo dopo un nuovo sopralluogo della azienda sanitaria e dei vigili.