Monza: chiede una nuova casa comunale e si incatena davanti agli uffici

Muffa in casa, 43 metri quadrati per quattro persone, disagi: per questo una donna a Monza si è incatenata davanti all'ufficio alloggi in via Guarenti.
Monza donna incatenata alloggio - foto Radaelli
Monza donna incatenata alloggio – foto Radaelli Fabrizio Radaelli

Che la muffa sia un problema comune e spesso di difficilissima risoluzione soprattutto nelle case datate si sa. Ma capita che diventi un motivo sufficiente e urgente per chiedere un nuovo alloggio comunale. Lo sa Elena (il nome è di fantasia) che da sei anni vive in un appartamento del Comune in via Cattaneo, a Monza, e che lunedì 10 novembre, in mattinata, ha deciso di incatenarsi all’ingresso dell’ufficio alloggi in via Guarenti per chiedere di poter avere quello che chiede da tempo: una nuova casa.

Monza: chiede una nuova casa comunale e si incatena davanti agli uffici, 43 metri quadrati per la donna e i tre figli

Oggi abita in 43 metri quadrati con i tre figli di 17, 22 e 30 anni. «Ho fatto richiesta di un alloggio comunale nel 2019 – racconta – allora ero da sola poi sono riuscita a ottenere il ricongiungimento con i miei figli, e ora dobbiamo vivere in quattro in due locali. Io dormo in un divano letto in cucina e i miei figli in camera. Ma non possiamo più andare avanti in questo modo».

Monza: chiede una nuova casa comunale e si incatena davanti agli uffici, il problema della muffa

E poi c’è il problema della muffa. «Ho segnalato la presenza insalubre di muffa in casa da tempo. Ho provveduto io stessa a ritinteggiare le pareti, applicando l’antimuffa ma è tutto inutile. Mi hanno sconsigliato anche di ricoprire le pareti rovinate con del cartongesso perché servirebbe solo a nascondere il problema per un po’, ma la muffa si ripresenterebbe di nuovo. Ho documentato i tantissimi danni che la muffa mi ha causato in questi anni: tre armadi buttati e diversi vestiti. Per non parlare della salute dei miei figli, compromessa dalla presenza della muffa».

Monza: chiede una nuova casa comunale e si incatena davanti agli uffici, i disagi

Elena abita al secondo piano, in una casa senza ascensore, e anche questo – racconta – è un altro disagio dell’alloggio in cui vive e che non reputa adatto alle sue necessità: «Io non ne posso più. So che sono liberi degli appartamenti in via Manara, perché non posso andare lì?», ha chiesto piangendo mentre veniva accolta dal dirigente negli uffici degli alloggi popolari, che ha provveduto a liberarla dalla catena.

Monza: chiede una nuova casa comunale e si incatena davanti agli uffici, la replica dell’assessore

«Il problema della muffa in quell’appartamento di via Cattaneo ci è noto da tempo – spiega l’assessora Andreina Fumagalli Di fronte a questa nuova segnalazione i tecnici dell’ufficio manutenzione degli alloggi comunali interverranno per valutare la situazione per un prossimo intervento. Per quanto riguarda invece la richiesta di un nuovo alloggio è necessario rispettare la graduatoria già in essere. Agli uffici comunali risulta che la signora abbia fatto il ricongiungimento con due figli e non con tre. L’appartamento a loro assegnato di 43 metri quadrati è idoneo, secondo gli standard di Regione Lombardia, ad accogliere tre persone. Nessuno ci ha avvisato che ora ci abitano in quattro. Ci dispiace ovviamente per il disagio patito dalla signora a causa della presenza della muffa, ma per quanto sappiamo non c’è una situazione di sovraffollamento che giustifichi un cambio di alloggio».

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.