Monza, altro incendio in una cella del carcere: “La direzione denunci”

Sabato 9 luglio nuovo incendio appiccato in una cella, l'intervento della polizia penitenziaria. Il sindacato Oapp: la direzione denunci.
Monza Carcere via Sanquirico
Monza Carcere via Sanquirico Fabrizio Radaelli

La media è di un incendio a settimana. È incandescente (nel vero senso della parola) la situazione all’interno della casa circondariale di Monza, dove gli incendi o i tentativi di appiccare fuoco all’interno delle celle sono diventati quasi una prassi.

Sabato 9 luglio, nel pomeriggio, un detenuto «per futili motivi» – fanno sapere dall’istituto – ha dato fuoco alla propria cella in segno di protesta. «La situazione non è degenerata grazie all’elevatissima professionalità del personale di Polizia penitenziaria che con freddezza ha evacuato in pochi minuti la prima sezione accoglienza (dove si trovava la cella dove è stato appiccato l’incendio, nda) – racconta Leo Beneduci, segretario generale dell’Oapp, che dà notizia dell’accaduto -. Così facendo gli agenti intervenuti sono riusciti a salvare la popolazione detenuta e a domare l’incendio».

Incendio in carcere a Monza: la direzione denunci alla procura

Si tratta solo dell’ultimo episodio di protesta violenta in ordine di tempo. Solo il giorno prima un altro detenuto aveva devastato la sua camera detentiva, distruggendo anche i sanitari. «Sono migliaia gli euro che lo Stato spende quotidianamente per riparare i danni provocati da questi detenuti che di fatto non provvedono mai a ripagare di tasca propria i danni causati», aggiunge Beneduci.

«Ci auguriamo che dopo questo ennesimo episodio la direzione dell’istituto decida di denunciare questi fatti alla Procura della Repubblica. Le sanzioni disciplinari previste dall’ordinamento penitenziario non hanno alcun effetto deterrente, soprattutto quando la loro applicazione è blanda e limitata da un garantismo che ha svuotato di fatto la portata generale preventiva delle sanzioni previste dalla legge», aggiunge il segretario generale dell’Organizzazione sindacale autonoma della Polizia penitenziaria.

È sempre il sindacato a parlare di «stato di abbandono da parte dell’amministrazione penitenziaria periferica e centrale». Poi la proposta: «Andrebbero realizzate celle con suppellettili che impediscano ai detenuti di creare situazioni di pericolo per se stessi e per gli altri. Questo allestimento potrebbe fare risparmiare soldi alla collettività, risultando quindi più efficace».