Monza, accerchiato con la scusa del giubbotto sporco: il tentativo di truffa in centro fallisce grazie al cane

Il racconto della figlia: il padre di 83 anni martedì in centro a Monza è stato vittima di una tentata truffa: «Appena uscito dalla banca, attorniato da cinque persone che volevano che togliesse il giubbotto per pulirglielo. L’ha “salvato” il cane».
Monza via Zavattari
Monza via Zavattari Fabrizio Radaelli

Attorniato da cinque persone che, con la scusa di volergli pulire il giubbotto che gli avevano intenzionalmente sporcato, probabilmente lo volevano derubare, in pieno giorno, a Monza, del denaro contante appena prelevato in banca. Un 83enne deve dire grazie al suo cane se i malintenzionati si sono allontanati a mani vuote. L’animale si è messo infatti ad abbaiare. Ciò ha consentito all’anziano di telefonare alla figlia e poi alla Polizia locale. A quel punto i cinque si sono dileguati.

Per avvicinare la vittima designata, probabilmente non l’unica, hanno usato un originale sotterfugio. Lo spiega al Cittadino la figlia.

«Mio padre martedì mattina appena uscito dalla banca, alle 9.30, imboccando la via Locatelli, è stato fermato da cinque persone dall’accento straniero, forse sudamericani, quattro uomini e una donna, tutti vestiti molto bene e dai modi gentili – dice – A parlare è stata la donna, ha detto a papà che da una finestra del palazzo che si affaccia sulla via era caduta della vernice che gli aveva sporcato il giubbotto e che lei e i suoi amici si offrivano di pulirlo».

Una storia di per sè abbastanza inverosimile, se non fosse che il giubbotto dell’anziano in effetti era sporco: «È stato imbrattato dagli stessi soggetti in quel momento, con del fondotinta, per rendere credibile la scusa» dice la figlia.
Tutto per indurre l’anziano a levarlo: «Hanno insistito parecchio, gli sono stati attorno diversi minuti, e mio padre si è rifiutato, consapevole del fatto che nelle tasche aveva i documenti e soprattutto il denaro appena prelevato».

Probabilmente a quel punto il cane, che l’uomo porta sempre con sé, ha intuito che qualcosa non andava: «Ha iniziato ad abbaiare insistentemente», il gruppo si è allontanato di qualche metro e, grazie all’effetto sorpresa, l’anziano ha chiamato la figlia e i cinque a quel punto sono scomparsi.

«Appena sono arrivata, come mio padre non ho realizzato che i cinque stessero bluffando, tanto che abbiamo contattato la portinaia del palazzo per verificare il racconto, poi abbiamo avvisato dell’accaduto una pattuglia la polizia locale, presente in zona. Papà ha descritto agli agenti i cinque soggetti che forse saranno stati anche ripresi dalla videosorveglianza della zona».

Tutto è bene quel che finisce bene ma l’invito è di prestare la massima attenzione: «Chiunque veda un anziano circondato da più persone dia un occhio. Invito anche i figli a raccontare l’accaduto ai loro genitori affinché si cautelino».