L’addio a Kino Tagliabue, il gommista campione della “Formula Monza”

È morto Domenico Tagliabue, per tutti Kino. Amava le corse tanto da diventare campione italiano di Formula Monza, lo sport, il suo lavoro di gommista.
Monza Domenico Kino Tagliabue
Monza Domenico Kino Tagliabue Fabrizio Radaelli

Le gomme fanno parte della storia quasi centenaria della sua famiglia e anche Domenico (per tutti Kino) Tagliabue ha passato buona parte della sua vita a cambiare, riparare, commercializzare pneumatici. Classe 1939, è morto domenica scorsa, mentre si apprestava a festeggiare 54 anni di matrimonio con la moglie Gloria, per l’aggravarsi della sua malattia.

A dare via alla “dinastia” Tagliabue era stato nel 1923 Cesare con una piccola attività di vulcanizzazione e vendita pneumatici aperta in via Aliprandi, 9, divenuta poi Tagliabue Gomme, il riferimento ufficiale dell’autodromo. Esistono vecchie foto in bianco e nero di Cesare Tagliabue ritratto davanti al centro assistenza corse del circuito cittadino.

Anche Kino amava le corse tanto da diventare campione italiano di Formula Monza ed essere grande amico dei fratelli Vittorio e Tino Brambilla. Il lavoro era, però, una sorta di culto. Arrivava in officina sempre prima degli altri (si arrabbiava in modo bonario se qualche dipendente lo anticipava) e si dedicava a qualsiasi tipo di intervento, anche a quelli più umili e faticosi, aiutando i propri collaboratori perché credeva fermamente nello spirito di squadra. Negli anni Novanta aveva aperto con il fratello Dino il primo magazzino a Monza e sei anni più tardi un altro sito a Lissone dedicato alla distribuzione all’ingrosso di pneumatici.
Nel 2003 i rispettivi figli Carlo e Andrea hanno dato vita al cambio generazionale ma Kino, che non poteva separarsi dal lavoro, è rimasto attivo fin che ha potuto tra le sue amate gomme alla Tagliabue Star Gomme di viale Lombardia.

Papà di Paola e Carlo, Kino Tagliabue amava anche lo sport dalla corsa alla bicicletta e voleva sempre migliorare le sue performance. Innamorato della sua Monza aveva persino misurato il parco con la bindella. Martedì pomeriggio il santuario delle Grazie non è riuscito a contenere tutti coloro che gli hanno tributato l’ultimo saluto.