L’avviso di vendita è sul sito del Tribunale di Monza, nell’elenco degli immobili messi all’asta. Ma quello comparso da pochi giorni non è un avviso qualunque: riguarda la torre del Polo Tecnologico di Desio, il grattacielo da 90 metri d’altezza, 23 piani incompiuti, che doveva essere il fiore all’occhiello del Polo Tecnologico, invece è rimasto uno scheletro abbandonato. L’edificio progettato dagli Addamiano, ora nelle mani dei curatori fallimentari dopo il fallimento della società “Polo d’eccellenza”, è stato messo all’asta. Il prezzo base è di quasi nove milioni e mezzo di euro, esattamente 9.415.000 euro. L’offerta minima è di poco più di 7 milioni. La prima asta si terrà il 27 marzo presso l’istituto di vendite giudiziarie di Monza.
LEGGI Desio, famiglia di nomadi sulla “torre scheletro” (agosto 2016)
«La vendita segna la svolta – commenta il sindaco Roberto Corti – Non si torna più indietro. Vedremo se il mercato risponderà. Sembra che ci siano degli interessi».
«La messa all’asta era inevitabile – afferma Matteo Addamiano, il costruttore che ha voluto la torre – Non credo che possa essere venduta in prima battuta. Il problema, comunque, non è acquistarla, ma finirla e sapere cosa farci dentro. Io, comunque, ormai sono uno spettatore come gli altri».
Ci sarà qualcuno interessato all’acquisto della torre? E cosa diventerà? L’annuncio della vendita, sul sito del Tribunale, è ben dettagliato. Il “Polo ’eccellenza” (così è definito) è “situato in un’area che si sviluppa per 32 mila metri quadrati di superficie, di cui 28 mila adibiti ad uffici, laboratori, spazi espositivi, con una piazza pubblica di 6 mila metri quadrati e 3 mila metri quadrati di verde. Il progetto è composto da una piastra commerciale e una torre di 23 piani a destinazione direzionale /commerciale, al centro di una piazza, con parcheggio sotterraneo su due livelli, a cui si aggiungono altri due corpi, uno a destinazione commerciale produttivo e uno solo produttivo”.
L’avviso è accompagnato da una perizia di 48 pagine, che descrive il progetto e tutti gli aspetti più tecnici. I periti incaricati dai curatori fallimentari Patrizia Riva e Cristina Abbiati tentano anche una stima dei costi da sostenere per completare l’opera. Per la torre, specificano che ipotizzare una cifra risulta difficile, perchè sono ancora in corso diversi contenziosi tra il comune e le società degli Addamiano. Il costo totale dell’opera si aggira sui 35 milioni di euro.
I lavori realizzati, scrivono i tecnici, risultano essere pari ad un importo di quasi 11 milioni. All’appello, dunque, mancano circa 24 milioni. Per i due edifici alla base della torre, invece, è stimata una spesa di un milione e mezzo per l’uno e di un milione e 800 mila euro per l’altro. I curatori sottolineano inoltre che le pratiche edilizie risultano tutte scadute. Non è esclusa, dunque, l’ipotesi che un nuovo eventuale imprenditore “possa presentare pratiche edilizie anche in parte differenti, prevedendo cambi di destinazione d’uso e una riorganizzazione diversa degli spazi”.