Monza è soltanto 36esima tra le città italiane di media grandezza, quarantaquattro con una popolazione compresa tra gli 80mila e i 200mila abitanti, prese tra tutti i capoluoghi di provincia da Legambiente e Sole 24 Ore nella classifica finale delle città per ecosistema urbano.
Si tratta di un’indagine sulla qualità dell’ambiente nelle città arrivato quest’anno alla ventesima edizione. Oltre venti gli indici presi in esame, dalla qualità dell’aria al servizio di trasporti, dalla raccolta differenziata dei rifiuti alle piste ciclabili, dalle politiche energetiche ai consumi elettrici e idrici.
Rispetto all’anno scorso si registra comunque un miglioramento, visto il rapporto dell’anno scorso vedeva la città di Teodolinda al 39° posto.
Grosse criticità, come prevedibile, arrivano dal settore inquinamento aria con Monza tra le ultime della sua categoria in quanto a presenza di ozono, pm10 e pm2,5. Va meglio la situazione idrica dove Monza è seconda per dispersione di acqua nella rete.
È la città in cui si producono più rifiuti pro capite e una di quelle in cui la raccolta differenziata funziona meglio. Note dolenti anche dal settore trasporti dove le offerte non sono adeguate alle esigenze degli utenti e mancano anche sistemi alternativi di trasporto. Molto scarsa la presenza di piste ciclabili, mentre, grazie al parco, Monza risulta di gran lunga la città con più verde pubblico fruibile. Male la situazione in quanto a utilizzo di energia solare termica e fotovoltaica, mentre sul fronte teleriscaldamento Monza è quinta. Nelle classifiche generali è Venezia tra i grandi centri urbani quello con la qualità di vita migliore, seguito da Bologna. Tra le medie città vince Trento, seguita da Bolzano. Tra le piccole qualità di vita migliore a Belluno, seguita da Verbania.