La messa dei vescovi lombardi per le vittime Covid, Delpini: «No ai demoni del silenzio, della solitudine, della disperazione»

A Caravaggio la messa per le vittime Covid dei vescovi lombardi con l’arcivescovo monsignor Delpini che ha messo in guarda dalla minaccia di tre demoni: quelli del silenzio, della solitudine e della divisione, della disperazione.
Monsignor Delpini a Monza a dicembre 2020
Monsignor Delpini a Monza a dicembre 2020 Fabrizio Radaelli

È stato monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia, a presiedere la celebrazione eucaristica che si è svolta la mattina di giovedì 11 marzo, nel santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, in ricordo di tutte le vittime del Covid-19. Alla funzione hanno partecipato tutti i vescovi lombardi, in comunione con tutti i sacerdoti della regione che alla stessa ora hanno deciso di suonare le campane delle loro chiese.

«Si aggira sulla nostra terra una specie di inespressa persuasione che la battaglia sia persa», ha detto in apertura della sua omelia monsignor Delpini, che ha poi descritto i vari “demoni” che minacciano l’umanità. «C’è il demone muto, che impone il silenzio, a cui tanti uomini e donne, anche discepoli del Signore Gesù, hanno aperto la porta. E perciò non hanno più parole. Non hanno più parole cristiane. Ma il regno di Dio è giunto a noi e Gesù ha scacciato il demone muto. Perciò ora coloro che il virus ha assalito e ucciso hanno cominciato a parlare e cantano la vittoria di Gesù sul demone muto e proclamano che la morte è stata vinta».

Delpini ha parlato poi del «demone ribelle, che insinua la disperazione» e il terzo demone, «quello della divisione e della solitudine, che semina desolazione nel constatare che coloro che amiamo sono irraggiungibili. Quante lacrime hanno accompagnato morti solitarie».

La celebrazione di Caravaggio è una stata voluta dalle Conferenze episcopali d’Europa, per ricordare le oltre 770mila vittime europee decedute per coronavirus, e per ribadire la vicinanza della Chiesa alle famiglie delle vittime, ai malati, agli operatori sanitari e a chiunque sia in prima linea nella lotta al virus.